Cara Renata, così non va

Il problema c'è. Esiste all'interno del Pdl, così come tra il partito e la presidente del Lazio, Renata Polverini. Al momento però occorre abbassare i toni, aspettare i ballottaggi e poi iniziare a costruire un nuovo rapporto all'interno della maggioranza. Questa la linea del Pdl Lazio, espressa dal coordinatore regionale, Vincenzo Piso. Onorevole Piso, i risultati di questo primo turno elettorale nei comuni del Lazio e della provincia di Roma hanno scontentato molti esponenti e militanti del Pdl. Cosa ne pensa? "Complessivamente il voto per il Pdl è stato positivo, abbiamo recuperato e vinto a Latina dove sostanzialmente ci trovavamo in una situazione difficile, ci siamo confermati a Marino e Colleferro e siamo andati al ballottaggio nei grandi comuni, così come a Mentana, roccaforte del centrosinistra. La sinistra poi è sparita a Terracina e Sora". Ecco, in questi casi il Pdl si scontrerà con la "sua" presidente di Regione, Le sembra normale? "È indubbio che in alcuni casi non si è riusciti a trovare la sintesi e dunque candidati comuni. Credo tuttavia che la Polverini possa essere uno stimolo in più per il Pdl e non la sua alternativa". L'altra sera avete chiuso un accordo con la Polverini che impegna entrambi a non fare apparentamenti con il centrosinistra ai ballottaggi e a chiudere sulle nomine delle aziende regionali per gli ormai famigerati esclusi dalla lista del 2010. Eppure ci sono aperture da e al Pd. Terrà l'accordo? "Quelle del Pd mi sembrano francamente delle sgangherate provocazioni da parte di chi non è riuscito ad arrivare neanche al ballottaggio. Con la Polverini abbiamo convenuto che non è possibile stringere alleanze con la sinistra e lei questa cosa l'ha compresa". Parliamo delle aziende regionali, a che punto siamo? "Abbiamo ribadito la necessità di rispettare gli impegni elettorali presi dallo stesso Berlusconi nei confronti di chi è stato penalizzato per la "scomparsa" della lista Pdl di Roma e Provincia. Un nodo da sciogliere definitivamente prima dell'estate". Torniamo ai problemi del partito, Alemanno indica come soluzione quella dei congressi. "All'interno del Pdl abbiamo senza dubbio un alto tasso di litigiosità. Un problema che, senza alcun piglio polemico, si presenta anche nel Pd, così come nell'Udc e in altri partiti. Questo significa che esiste un problema più generale di governabilità dei partiti. Certamente i congressi servono per dare più autorevolezza alla classe dirigente ma è anche vero che, se non si mettono delle regole chiare e condivise da tutti, è inutile persino fare congressi. Eleggere coordinatori locali che poi di fatto vengono depauperati sa davvero troppo di retorica e certamente, senza regole, non si governa il partito". E con la Polverini come la mettiamo? "Dopo i ballottaggi occorre ritrovarsi tutti intorno a un tavolo e affrontare problemi di partito e di rapporti con la presidente della Regione che sono stati rinviati per troppo tempo. Anche perché ci sono dei provvedimenti importantissimi approvati dalla giunta e che devono andare al voto definitivo del Consiglio regionale ed è qui che poi si misura la maggioranza di governo".