Il nipote del killer da bullo a manager

Si allarga il cerchio di società nell'orbita dell'imprenditore Roberto Ceccarelli, ucciso venerdì sera a Prati con due colpi di pistola alla schiena. E si infittiscono i legami tra lui e le figure che gli ruotavano attorno. Anche Daniele Pezzotti, 35 anni, residente alla Magliana, fermato con l'accusa di concorso in omicidio volontario assieme allo zio settantenne Attilio Pascarella, che ha confessato di aver premuto il grilletto, figura al vertice di una società immobiliare. È la Gmc: capitale sociale 10 mila euro, novemila versati da lui. L'oggetto sociale riempie due pagine. L'impresa può occuparsi di vendita, affitto, permuta, cessione, «esecuzione di costruzioni di qualsiasi tipo», anche dighe e ponti. E ancora, di manutenzione del verde, impianti di illuminazione pubblica, bonifiche e molto ancora. Il dato cuiorso però è un altro. La sede legale risulta a piazza Verbano 22, stesso indirizzo, per esempio, della Ship Rent, altra sigla inventata da Roberto Ceccarelli. La coincidenza fa parte delle domande alle quali Procura e Squadra mobile vogliono trovare risposta. Fino a poco tempo infatti Pezzotti è stato una testa calda, un bullo poi coinvolto nello spaccio di droga, rapine, con lesioni e oltraggio. Quando ha deciso di cambiare vita? Anche lui è finito tra i prestanome di legno usate da Ceccarelli? A quali condizioni? Che attività svolgevano le società? Dubbi che velano ancora di mistero il delitto di Prati, specie per quanto riguarda il movente che ha portato al delitto ancora dai contorni inquietanti.  L'omicidio ha turbato anche il vicario del Papa per la Diocesi di Roma, il cardinale Agostino vallini. «Dinanzi a fenomeni violenti in cui l'umanità non è rispettata e in cui non si trovano le vie della giustizia, non si può che soffrire. Io vedo che a Roma c'è tanto di bene - ha osservato - però la città non deve perdere le sue radici, che sono da un lato nella storia romana e nel diritto romano, con l'importante concetto di "equitas", e dall'altro nella cristianità. Roma è la città dei martiri, della gente che per il bene ha dato la vita e che non ha mai rifiutato nessuno. Ecco - ha concluso - questa è Roma: non dobbiamo impoverirla. Curiamo questa nostra citta».