"Il San Raffaele non si tocca"

L'annunciata chiusura da parte della Tosinvest della famiglia Angelucci del Gruppo San Raffaele ha provocato un terremoto. Se davvero dal 15 aprile le diciassette case di cura degli Angelucci dovessero cessare l'attività la politica si troverebbe con un costo sociale pesantissimo da sostenere: 3.171 lavoratori licenziati e 2.283 pazienti senza posto letto che dovranno essere presi in gestione da un servizio sanitario regionale in difficoltà. Per il sistema della riabilitazione e della lungodegenza vorrebbe dire, insomma, il collasso. Lo sa bene il senatore Pdl Domenico Gramazio, che lancia un appello affinché gli Angelucci non vengano messi nelle condizioni di chiudere: «Attenzione a non distruggere la professionalità del Gruppo San Raffaele. È un momento delicato per la sanità del Lazio. Sia il San Raffaele sia il Santa Lucia vanno presi sotto l'occhio vigile del Servizio sanitario regionale, ma bisogna riconoscere l'alta professionalità di un gruppo che ha sempre operato nel servizio pubblico come struttura accreditata. Le strutture accreditate vanno considerato come servizio pubblico». Un appello condiviso dal presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori sanitari Leoluca Orlando, che sia sulla vicenda San Raffaele che su quella relativa al Santa Lucia ha chiesto chiarimenti alla governatrice Polverini: «Il risanamento del deficit, i tagli e il contenimento della spesa non devono tradursi in una penalizzazione della qualità dei servizi. La chiusura comporterebbe seri problemi di tipo organizzativo dal punto di vista dell'assistenza sanitaria. Dobbiamo tutelare il diritto alla salute». Anche il segretario regionale della Fials Sergio Romano va giù duro e parla senza mezzi termini di «risultato sconfortante» raggiunto dalla Polverini: «Tocca pure ai dipendenti e agli imprenditori delle strutture d'eccellenza pagare per la politica della Polverini, che deve prendersi la responsabilità dei documenti che sottoscrive. Stiamo assistendo solo a un risparmio risibile e a una ripercussione drammatica». Un dramma che sta vivendo anche la Fondazione Irccs Santa Lucia. Anche se una piccola schiarita c'è stata. Mentre lavoratori, medici, infermieri, pazienti, tirocinanti e studenti universitari del polo d'eccellenza per la riabilitazione assediavano la Regione - accompagnati dai consiglieri regionali Foschi (Pd), Rodano (IdV), Nieri (Sel) - gridando slogan contro la governatrice, quest'ultima incontrava il direttore sanitario Nino Salvia, annunciando che lunedì in Regione si svolgerà un incontro tra la Fondazione e i tecnici dell'amministrazione per risolvere il problema. «È stata una riunione positiva. Ci auguriamo che si possa arrivare in breve alla definizione di tutte le pendenze», ha detto Salvia. Caos anche a Valle Fiorita, dove ieri pomeriggio i lavoratori hanno occupato la struttura e sono saliti sul tetto per protestare contro la reinternalizzazione dei servizi operatori al San Filippo Neri. «Così si mettono in pericolo i posti di lavoro - tuona il segretario generale provinciale Uil Fpl Claudio Tulli - Questo è l'effetto dei tagli. nonostanti gli sforzi del dg del San Filippo Neri non si riesce a trovare una soluzione reale al pericolo di licenziamenti».