Nuovi mercati rionali I progetti restano al palo

Che fine ha fatto la rivoluzione dei mercati rionali? Il 7 luglio scorso il Campidoglio aveva lanciato la grande svolta: l'ingresso dei privati che avrebbero finanziato la riqualificazione di 57 mercati in cambio di negozi, parcheggi, uffici, ristoranti e servizi pubblici accanto ai tradizionali banchi di frutta e verdura. I bandi dovevano essere pubblicati entro novembre. Invece è ancora tutto fermo. Le strutture da rinnovare si trovano in ogni zona della città, dalla Garbatella a Corso Trieste, da Tor de Cenci all'Ostiense. Ma anche a Casal de Pazzi, San Basilio, Laurentino e Cinecittà. C'è ad esempio quello di Monti che oggi appare come un mercato fantasma con quasi tutti i banchi chiusi. Ma ci sono anche mercati storici come quello Vittoria in via Sabotino. Il Comune, l'estate scorsa, ha invitato le imprese a presentare i progetti di riqualificazione (compresi i finanziamenti necessari) da sottoporre all'esame degli uffici capitolini. Una valutazione che sarebbe dovuta terminare entro quattro mesi per poter presentare i bandi in autunno. Il tempo è passato, ma dei bandi neanche l'ombra. L'assessore alle Attività produttive, Davide Bordoni, spiega che i tecnici sono ancora al lavoro: «I progetti dei privati coinvolti nei vari project financing stanno arrivando e li stiamo valutando. Tra un paio di mesi potremo avere un quadro un po' più preciso della situazione per poi affrontare il discorso dei bandi». Da novembre scorso, quindi, siamo passati al giugno di quest'anno. Ma i tempi sono tutto fuorché certi. «Devo aspettare il Bilancio per capire di quanto posso disporre», dice Bordoni. L'assessore parla di una quarantina di mercati da riqualificare. Gli altri diciassette, infatti, hanno già un progetto che li riguarda preparato da Risorse per Roma. Anche qui siamo nel limbo dell'attesa. C'è anche un altro scoglio che arena la rivoluzione della rete mercatale. Gli operatori durante la protesta al Campidoglio di martedì scorso sono stati chiari: «Vogliamo far parte anche noi dei project financing perché conosciamo le esigenze dei mercati», ha tuonato Franco Gioacchini, presidente dell'Upvad. Resta da vedere se le imprese che si faranno carico della riqualificazione accetteranno di associarsi ai proprietari dei banchi. Bordoni è fiducioso: «Le associazioni di categoria saranno coinvolte». I tempi, quindi, sono destinati ad allungarsi ulteriormente. Ma ci sono anche le buone notizie. Il mercato di Testaccio, infatti, dopo tre anni di lavoro, tra pochi mesi sarà pronto a trasferirsi nella nuova sede al coperto. I banchi malandati che si trovano in piazza Testaccio potranno traslocare in via Galvani. L'apertura è attesa per settembre.