Al Caetani fioccano i 7 in condotta

Pagelle del primo quadrimestre in tempo record al liceo Gelasio Caetani di piazza Mazzini, già consegnate a una buona parte dei 980 alunni. Con una brutta sorpresa per i diretti interessati: i dieci giorni dell'occupazione e quelli di autogestione contati come assenze e il relativo abbassamento del voto in condotta, un sette per intenderci. A rischio l'intero anno scolastico (il tetto massimo d'assenze è 50 giorni) e l'accesso agli esami di maturità (per via del 7). Il collegio docenti ha seguito le direttive del preside Nardo Nardoni che venerdì durante un'infuocata assemblea con i genitori aveva ribadito il suo «no» alla deroga chiesta dai genitori. «Abbiamo sbattuto contro un muro di gomma - spiega Elena Quarantelli di Rusa dell'Associazione Genitori del Caetani - Assenti ingiustificati pure i malati e chi, la maggioranza, è rimasto a casa perché contrario all'occupazione voluta dal 20% degli studenti». Un'occupazione davvero disgraziata, questa del Caetani. Decisa il 10 dicembre (all'ultima ora di lezione) e conclusasi il 19 dicembre, con la scuola devastata da un raid vandalico senza precedenti. Il preside Nardoni calcolò danni per circa 400.000 euro: in un consiglio d'istituto straordinario fu deciso che le famiglie avrebbero dovuto pagare 50,00 euro per il ripristino di computer e materiale didattico distrutti o rubati. Al rientro in classe (la scuola è stata ripulita durante le vacanze di Natale, ora è funzionante) è nato il braccio di ferro. «Siamo disposti a pagare anche per quelle famiglie che non possono permetterselo - spiega la Quarantelli - ma è nostro diritto avere una lista degli oggetti smarriti e rotti, sapere come come si è arrivati a questa cifra astronomica, 400.000 euro, visionare preventivi di spesa. Lo abbiamo fatto presente al preside che in occasioni precedenti ci ha preso a parolacce e venerdì ha abbandonato la riunione. Lui scarica tutta la responsabilità sui ragazzi, è assurdo. Anche per la presenza di esterni nella scuola. Infatti i danni al laboratorio informatico, all'aula linguistica e alla presidenza sono stati perpetrati nella notte tra il 18 e il 19 dicembre, quando i ragazzi avevano lasciato la scuola. C'è un'inchiesta giudiziaria in atto». Cosa imputate al preside? «Quando è scattata l'occupazione lui, che è custode di un bene pubblico, è letteralmente sparito non denunciando la situazione alle autorità. Solo lui, secondo legge, può farlo. La notte dei vandalismi l'istituto era incustodito, chiunque poteva entrarci». Pensate che i danni siano sovrastimati? «Il dubbio c'è. Pulite le lordure, c'erano perfino escrementi in terra, e rimessi a posto i banchi la scuola è tornata subito agibile. Avevamo avuto un'offerta da Microsoft, buona per l'emergenza: venti computer e cinque stampanti a 1000 euro. Il preside ci ha riso in faccia». Ora che pensate di fare? «In settimana abbiamo un incontro al Ministero, speriamo che da "lassù" qualcuno sblocchi la situazione».