De Lillo e Marchi da assessori a delegati

Non solo toto assessori nell'attesa che il sindaco Alemanno ufficializzi la nuova squadra di governo. Nell'azzeramento della giunta ci sono finiti anche i 19 consiglieri delegati. Una partita questa che si giocherà al secondo tempo, quando i tasselli della giunta saranno messi al loro posto. Tuttavia, le deleghe dei consiglieri entrano di diritto nel totonomine della giunta non solo perché qualcuno di essi potrebbe essere «promosso» ad assessore ma anche perché qualche assessore potrebbe essere retrocesso a delegato. Un punto però va sottolineato: diciannove deleghe sembrano davvero troppe. Nonostante la maggior parte non preveda un «portafoglio», cioè la gestione di risorse, alcune di esse appaiono del tutto inutili, soprattutto alla luce del fatto che tutte le materie dell'amministrazione vengono trattate all'interno di specifiche commissioni composte da presidenti, vice e consiglieri. A maggior ragione quindi il «sistema» delle deleghe rientra di diritto nella cosiddetta spartizione di ruoli tra i diversi partiti o correnti dello stesso partito e dunque legate a doppio filo alle nomine che si faranno nella nuova giunta Alemanno. Dei diciannove ex delegati del sindaco quelli in zona «promozione» sono Dino Gasperini (Centro storico), Lavinia Mennuni (promozione Pari opportunità), Marco Visconti (Emergenza abitativa), Giuseppe Ciardi (Politiche alla sicurezza), Antonello Aurigemma (Piano urbano parcheggi). Si tratta, insomma delle deleghe «vere», di quelle che pesano. Ecco allora che lo scenario che si prospetta potrebbe vedere ad esempio l'ex assessore De Lillo lasciare la guida dell'Ambiente per occuparsi dell'ambito Piano parcheggi e l'ex assessore Marchi occuparsi, ad esempio, dell'emergenza abitativa e non più di trasporti. Un modo insomma per non mandare a casa chi è stato legittimamente eletto dai cittadini come rappresentante. In Sala Bandiere, invece, potrebbero entrare non solo Marco Visconti (ormai dato per certo) alla guida della Mobilità capitolina o dell'Ambiente ma anche Antonello Aurigemma «candidato» a un posto in giunta, nonostante sembrerebbe sia in corso un vero e proprio «duello» con il collega di Laboratorio Roma, Giovanni Quarzo. La «sorpresa» però potrebbe arrivare per Giorgio Ciardi, che dopo aver bene operato come delegato alla Sicurezza potrebbe essere promosso ad assessore (magari alla Casa). E sì, perché sul piatto ci potrebbe finire anche l'assessorato di Alfredo Antoniozzi (uno dei "saggi" scelti dal sindaco per le consultazioni finalizzate alla nuova giunta). Insomma, di fibrillazione in Campidoglio ce n'è sin troppa. Ma, a conti fatti, i consiglieri come si sono comportati nell'anno appena concluso? Alcuni bene, altri un po' meno in base al numero delle presenze registrate nelle cento sedute dell'aula Giulio Cesare. Record per il presidente Marco Pomarici (anche lui tra i papabili nuovi assessori): per il terzo anno consecutivo Pomarici risulta presente a tutte le sedute. Cento su cento dunque per lui, seguito a ruota», dal vice capogruppo Pdl, Antonio Gazzellone e dal presidente della commissione Ambiente, De Priamo (entrambi 99 presenze). Ottima performance (e soprattutto bell'esempio) anche per i capigruppo di Pdl, Luca Gramazio e Pd, Umberto Marroni che hanno chiuso il 2010 ex equo con 98 presenze su 100 sedute. Tra i più "pigri" Francesco Rutelli con 40 presenze, Pasquale De Luca (53), Samuele Piccolo (59), Francesco Storace (61). Discorso a parte per le presenze del sindaco Alemanno (29), il primo cittadino infatti assiste e interviene in aula solo per i provvedimenti di rilievo o per sedute straordinarie.