Ubriaca investe bimbo e fugge

Urbriaca già di primo pomeriggio. E senza cuore: ha investito un bambino di sei anni, ed è scappata senza nemmeno voltarsi a guardarlo dallo specchietto retrovisore. E una volta inchiodata alle sue responsabilità da un vigile urbano libero dal servizio che l'ha inseguita e fermata, la romena al volante dell'auto investitrice, K.E., 45 anni, ha negato di essere la pirata dalle strada. Ed ha provato a scappare ancora ma i vigili del XVIII Gruppo l'hanno arrestata. «Ha proseguito diritto come se avesse scavalcato un dosso» racconta la scena Luciano Vitiello, 48 anni, vigile urbano del XIX Gruppo. Senza il suo intervento la romena risultata positiva all'alcol test, che ieri alle 16.45 ha travolto il piccolo in via Boccea all'incrocio con via di Selva Candida, forse l'avrebbe fatta franca. Ma Vitiello non si è girato dall'altra parte. Stava rincasando quando ha assistito alla scena. «Ho visto la macchina urtare e passare sopra il bambino come se niente fosse» racconta l'agente della polizia municipale in forza dal 1999 al XIX Gruppo diretto dal comandante Antonio Bertola. L'uomo abita in zona Casalotti, poco distante dal luogo dell'incidente, è sposato e padre di due figli, un maschietto di 7 anni e una bambina di 6, la stessa età del piccolo investito, ricoverato al policlinico Gemelli con trauma cranico e toracico. Vitiello era quasi arrivato a casa. «Mi trovavo a passare a via Selva Candida - racconta -, ero a bordo della mia Fiat Stilo, ero quasi arrivato sotto casa mia in via Guido Agosti, quando davanti a me ho visto questa macchina, una Renault grigia, che urtava un bambino. Con lui c'erano la mamma e un'altra donna, che poi, guarda caso, è risultata la maestra di mia figlia». Sono attimi concitati. «Il bambino era a terra la mamma gridava chiamandolo per nome - racconta Vitiello - mi sono fermato al volo per accertarmi di come stesse il bambino, poi ho inseguito l'auto. Ho visto che imboccava una strada via Bagnasco, e con la mia macchina l'ho fermata. Ho mostrato il tesserino, mi sono fatto dare i documenti, le ho chiesto se si fosse accorta di cosa aveva fatto, prima ha negato poi ha detto che il bambino non si era fatto nulla, ho chiamato i miei colleghi del XIX gruppo che hanno fatto intervenire una pattuglia del XVIII, cui ho consegnato la signora con i documenti». Il comandante della Polizia Municipale, Angelo Giuliani si è complimentato con Vitiello per la sua «prontezza di riflessi e lo spirito di corpo». Il sindaco Gianni Alemanno ha stigmatizzato il grave episodio.   «Non ci sono scusanti per chi sotto l'effetto di alcol o droghe - ha detto il sindaco - si mette alla guida e causa incidenti spesso mortali ma fuggire, senza prestare soccorso alle vittime, è una cosa abietta. Faccio mio l'appello del Comandante della Polizia municipale di Roma: non scappate dopo un incidente di cui siete responsabili, ne va della vita di altri esseri umani oltre che della propria dignità di uomini». E un «grazie al Corpo di Polizia municipale di Roma per l'opera che quotidianamente svolge sulle strade della Capitale e uno particolare all'agente Luciano Vitiello». Al piccolo e ai suoi familiari «va il mio pensiero e l'augurio di tutti i romani affinché possa guarire presto».