Il 64 tradisce lo scippatore

Manolesteda autobus (e metropolitane), più che un mestiere è una vocazione. Perché ci vuole fiuto, una specie di sesto senso per spennare il «pollo buono». E poi savoir faire, un po' di psicologia e tanta... fortuna (a Roma veramente si dice in altro modo) per riuscire a farla franca. È anche vero che la fortuna aiuta gli audaci. Secondo il sito online di viaggi TripAdvisor che ha stilato una classifica delle città del mondo dove è più facile subire un borseggio, Roma è al secondo posto dopo Barcellona. E i luoghi più a rischio sono quelli turistici. I turisti, le vittime predilette, lo trovano scritto sulle loro guide. Ma questo non preoccupa le manoleste nostrane. Che non cacciano a caso. Ma hanno aree e luoghi d'elezione dove il bottino è assicurato. I più classici: le fermate Ottaviano, Spagna e Termini della metro A e la linea bus 64. Dove però l'altro giorno è andata male a un borseggiatore recidivo nordafricano, 45 anni pizzicato dai Carabinieri con un malloppo di banconote che aveva rubato sull'autobus a un turista americano. È successo che la vittima s'era accorta del furto e aveva raggiunto subito il ladro. Che vistosi scoperto aveva deciso di sbarazzarsi del denaro rubato tenuto insieme da un ferma-soldi in oro. Si tratta del suo 15esimo arresto per furto! E come non ricordare i Bonnie e Clyde del «64», cioè la coppia di borseggiatori sudamericani che imperversavano alcuni mesi fa e che ora stanno al fresco? Avevano messo a punto una tecnica infallibile. Si mischiavano tra i gruppetti di viaggiatori e li toccavano ripetutamente per distrarli. Intanto sfilavano portafogli e oggetti di valore dalle tasche e dalle borse. Oltre la linea «64» sulla direttrice Vaticano-Termini un altro bus molto frequentato dai turisti è l'«81» direzione Piazza Risorgimento-Colosseo (e oltre). I borseggiatori dell'81 sanno quando approfittare della situazione. I turisti «cotti» dopo la visita in San Pietro e Musei Vaticani non vedono l'ora di rilassarsi sui sedili dell'autobus. Magari temono per la macchina fotografica e allora se la tengono stretta come un bambino sul petto. E zac! Il borseggiatore entra in azione e sfila via i portafogli da borsette o zainetti semi-aperti (che i «polli» si ostinano a portare sulle spalle) e tasche posteriori dei pantaloni. Micidiale è l'attesa davanti alla porte di discesa. La vittima si «distrae» per spingere il campanello oppure vedere dov'è la fermata ecc. È il momento buono per aprire le cerniere lampo delle tracolle (sempre troppo basse!) e sottrarre i borsellini.