Paradiso Villa Ada: giungla d'amianto

È uno dei motivi per cui chi vive ai Parioli non se ne andrebbe mai via da Roma. Eppure Villa Ada, secondo polmone verde dopo Villa Pamphili e uno dei più amati dai romani, al cui confronto persino Central Park scolora, sembra un parco abbandonato. Ci sono radure arboree mai potate, rami pericolanti, alberi caduti, laghetti artificiali trasformati in fogna, e «gli idranti sono spariti» segnalano i cittadini. Mentre chi fa footing si lamenta della gimkana tra gli ostacoli: tombini mai tappati o aperture sul terreno che mettono a rischio le gambe di chi corre con lo sguardo rivolto al cielo, perché anche il cielo sembra più bello e grande a Villa Ada. Pericoli nascosti - Dopo i sacchi abbandonati con l'amianto segnalati dai residenti, ancora eternit. E lo trovi dove meno te lo aspetteresti, sopra la copertura della vecchia centralina di monitoraggio della qualità dell'aria. L'abbiamo visto ieri mattina durante un tour a Villa Ada. Sulla parete c'è un cartello del Comune di Roma che sembra una beffa: «Cnr, istituto inquinamento atmosferico», col sottotitolo: «prevenzione e sicurezza sul lavoro». L'eternit sovrasta la vecchia centralina nello spazio antistante un casale davanti al nuovo centro di rilevazione ambientale dell'Arpa Lazio, poco distante la sede di Legambiente e i carabinieri. Ma l'eternit non è solo lì. Ci sono lastroni del pericoloso materiale anche davanti al Casale delle cavalle madri, la scuderia dove i Savoia facevano partorire le puledre, espropriato 10 anni fa, nel 2000 a Marisa Allasio indimenticabile protagonista di «Poveri ma belli». Oggi è recintato e non ci vive più nessuno. Anche se la recinzione è rotta in un punto e consente l'accesso ai balordi. Proprio qui, accanto a un immenso albero caduto, l'eternit spunta da sotto una filtra coltre d'erba, a un metro e mezzo dai polmoni degli sportivi che si allenano. Il consigliere de La Destra del Municipio II, Massimo Inches, ha presentato un esposto ai carabinieri del Noe. E ieri ha fatto una proposta: farci una «scuderia per il distaccamento della polizia a cavallo», che pattuglia Villa Ada, al mattino o di pomeriggio. «Invece adesso i cavalli arrivano col van da Tor di Quinto, uno stress per gli animali» sottolinea Inches. Rischio incendi - C'è questo rischio. C'è un fienile, al di là della staccionata di un maneggio, accanto al viottolo, a portata di mano di eventuali malintenzionati. Ieri mattina c'erano anche una decina di sacchi pieni di truciolato di legno, basterebbe un cerino o una cicca accesa, e sai che fiammata. Laghi-fogna - Il lago che si raggiunge da ponte Salario, 700 metri di circonferenza, dove si poteva fare la scuola di canoa, «ormai è ridotto una fogna» dice Fabrizio Momoni. «Qui negli anni '70 ci si veniva a pescare di nascosto. Da quando la sala pompe è fuoriuso le acque stagnanti si sono ritirate e sono diventate il regno delle zanzare. Ci sarebbe bisogno «di un progetto integrato di tutela e manutenzione che preveda un piano di gestione unitario e individui un soggetto responsabile» continua a ripetere l'associazione Amici di Villa Ada, che sostengono il parco con il blog www.amicivillaada.splinder.com e sul gruppo Facebook sos villa Ada. Come dargli torto?