Affonda la piscina di "Roma 2009"

Con l'acqua alla gola. È lo stato in cui si trova l'Amministrazione comunale di Ostia e la Federazione italiana nuoto. Messi alle strette dalle interminabili proteste di cittadini, associazioni e comitati di quartiere, gli uomini delle istituzioni, statali e sportive, galleggiano tra risposte poco convincenti e silenzi più chiari delle dichiarazioni. Il Polo Natatorio di Ostia, che il 18 e il 19 agosto scorsi è stato teatro delle gare di nuoto in vasca corta degli Assoluti Estivi, resta così uno dei principali argomenti di discussione del litorale romano. La struttura, che doveva essere pronta per i campionati mondiali di nuoto «Roma 2009», è ancora oggi un cantiere aperto. Restano da terminare alcune aree intorno alle piscine e la foresteria, nella quale solamente 9 stanze su 80 sono state ultimate. Tra i difetti, invece, la piscina scoperta «troppo lunga». Dopo tempi cronometrici sospetti, infatti, ci si è accorti del clamoroso errore e si è dovuti correre ai ripari con l'istallazione urgente di un pannello mobile. Il vero problema resta comunque la sicurezza e le dichiarazioni di Giuseppe Castellucci, dirigente e responsabile dell'impianto sembrano un clamoroso autogol: «È vero, mancano alcuni permessi, ma sono piccole clausole. Abbiamo l'ok per far entrare 200 persone». Parole che mal si sposano con il pienone, documentato anche dalle telecamere di Mediaset per la trasmissione «Le Iene», che c'era il giorno della cerimonia d'apertura, in presenza del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Era il 17 luglio 2009, infatti, quando circa 1000 persone assieparono gli spalti del Polo della discordia per ammirare fuochi d'artificio e giochi d'acqua. L'evento, realizzato con il sostegno e il patrocinio dell'assessorato alle Attività Produttive del Comune di Roma, sembrerebbe oltretutto non aver mai ricevuto alcuna autorizzazione comunale (obbligatoria), come confermano dal IV Dipartimento del Comune di Roma (Ufficio autorizzazioni all'esercizio di attività di pubblico spettacolo ed intrattenimento). Intanto, la querelle continua, tra palesi violazioni in materia di sicurezza (l'altro ieri i cancelli erano aperti e nessuno verificava quante persone accedessero all'interno della struttura per vedere le gare, risultato spalti pieni) e feroci scambi di accuse tra le parti politiche. La Protezione Civile usò infatti lo strumento delle deroghe per i «Grandi Eventi» per permettere l'edificazione di cubature sterminate su aree vincolate dal piano regolatore e la Presidenza del Consiglio dichiarò lo stato d'urgenza per «Roma 2009». Due atti duramente contestati dall'opposizione. L'enigma su come si sia operato per il grande affare economico dell'evento «Mondiali di Nuoto - Roma 2009» resta. La soluzione appare, più che in piscina, in alto mare.