Scopri le corna rischi il processo

Se si scarica spesso la batteria dell'auto è il momento di preoccuparsi. Non perché la vettura ha problemi all'impianto elettrico, ma perché il partner vi sta intercettando. Ascolta qualsiasi conversazione e può sapere anche dove vi trovate in ogni momento della giornata. È questo uno tra i metodi più usati per scoprire il tradimento del partner. Ma è sempre più rischioso. Chiedere di intercettare le conversazioni del marito o della moglie, mettere microspie in auto o in casa per svelare tradimenti può costare caro. Fino a rischiare di finire sotto processo. Pagare un investigatore privato per sapere se il partner ha incontri extraconiugali attraverso l'uso di apparecchi tecnologici o intrusioni informatiche è infatti reato. La procura ha chiesto il rinvio a giudizio di 29 imputati, tra 007 e clienti, tra agenti della polizia e dipendenti dell'Agenzia delle Entrate. Tutti uniti dallo stesso scopo: raccogliere informazioni private illecitamente. Secondo la magistratura, avrebbero creato un vero e proprio gruppo dedito a svolgere investigazioni illegali con gravi interferenze nella vita privata di una cinquantina di persone. Tanto da arrivare a «modificare» i telefoni cellulari inserendoci microspie o installando cimici nella macchina collegate alla batteria. Proprio da quest'ultimo caso è partita l'indagine condotta dal pm Pietro Saviotti. Un uomo era costretto a cambiare continuamente la batteria della sua vettura poiché si scaricava molto spesso. Un giorno, dopo un esame accurato del mezzo da parte dell'elettrauto ecco venir fuori la verità: alla batteria era stata collegata una cimice. Fatta mettere dalla compagna. Durante gli accertamenti degli inquirenti, è anche emersa la storia di una donna che era stata presa di mira dagli 007. Gli imputati dovevano raccogliere informazioni sulla sua vita sessuale e il suo stato patrimoniale per poterla poi ricattare. Oppure la storia di una moglie che utilizzava un'auto dove il marito aveva fatto installare una microspia per tenerla sotto controllo. Le indagini hanno fatto finire nel mirino della procura soggetti legati a diverse agenzie di investigazioni. «La nostra categoria trova molti ostacoli, soprattutto a causa di una normativa obsoleta: è ad esempio difficile reperire elementi di prova nel processo penale», spiega il presidente della Confederazione nazionale degli investigatori privati Leonardo Lagravinese.