Tutti pazzi per l'iPad

«Tre...due...uno...giù il sipario». La vetrina dell'Apple Store al centro commerciale Roma est viene spogliata dal telo nero. E il boato della folla è tutto per l'iPad, il nuovo gioiello tecnologico dell'azienda di Cupertino alla prima uscita italiana. Ieri mattina, ore sette. La coda all'ingresso è già lunghissima. Ci saranno quasi cinquecento persone. Tutti aspettano di vedere il tanto atteso «tablet pc», la tavoletta completamente touch screen che promette di rivoluzionare il mondo dei personal computer. La maggior parte sono uomini, molti vengono da fuori. Lecce, Chieti, Napoli, si sono messi in macchina la notte prima per arrivare puntuali all'appuntamento con il futuro. Le poche donne presenti hanno lo sguardo della domenica pomeriggio, lo stesso di quando il marito o il fidanzato le costringe a vedere la partita. Intanto dall'interno del negozio gli addetti vendita inscenano siparietti e cori da stadio per scaldare gli animi. Eccolo lì l'oggetto del desiderio. Sottilissimo, argentato, lo guardano come fossero inguaribili golosi davanti al banco della pasticceria. Le scene di esaltazione si sprecano. «Rivoluzionerà il mondo», grida Giuliano. «Non ho dormito per l'emozione», confessa Giuseppe, in fila dalle cinque. C'è anche chi, come Lucio Botteri, per essere il primo della fila è arrivato con un giorno di anticipo e ha dormito nel parcheggio su una stuoia da campeggio. Lui ha 24 anni ed è napoletano, ma vive e studia nella Capitale. Mostra orgoglioso il tagliandino con il numero uno: «Voglio entrare a gamba tesa nel mondo dell'App store», il negozio virtuale che permette di scaricare migliaia di applicazioni. Da lì a un'ora - alle otto l'orario di apertura del negozio - Lucio sarebbe stato osannato dai «mac addicted» con applausi e gridolini isterici neanche fosse un divo di Hollywood. Ha comprato la versione top di gamma da 799 euro, con 64 gigabyte di memoria e la connesione a internet. Alla fine della mattinata, tutti avranno il loro iPad. Persino Vincenzo, l'ultimo della fila, che in barba a chi ha puntato la sveglia all'alba si è presentato in negozio all'ora di pranzo.