«Mio padre serial killer? Non ucciderebbe neanche per un milione»

Loha scritto in una lettera letta durante la trasmissione Porta a Porta Angelo Stazzi, sospettato di essere il serial killer di Roma. «Penso ai miei familiari, agli amici e ai miei nipotini - prosegue Stazzi - chi mi conosce sa che sono una persona diversa. Mi domando cosa resta della mia vita. Ho sbagliato e chiedo scusa alla mia famiglia e ai familiari della Dell'Unto. Ho taciuto la verità, quando è saltata fuori è finito un incubo e oggi, chiuso in cella, mi sento libero. In passato vivevo con un peso sulla coscienza». Anche una delle figlie, intervistata sempre da Porta a Porta, difende Angelo Stazzi: «Chiamare mio padre serial killer è una parola grossa. Lui è un uomo che ha sbagliato ed è giusto che paghi per quello che ha fatto alla signora Dell'Unto. Ma per gli altri no. Non posso pensare che lui sia un serial killer - ha proseguito la figlia di Stazzi facendosi riprendere di spalle e con la voce alterata - Ho vissuto con lui: non è mai stata una persona violenta, anzi faceva solo medicazioni». «Mio padre non ucciderebbe neanche per un milione di euro, figuriamoci per 50 euro», ribadisce poi la donna. «È stato un buon padre con noi - ha proseguito la figlia di Stazzi - ma ha tradito mia madre per vent'anni e questo ci ha fatto soffrire perché mia mamma non stava bene. Con noi è sempre stato tranquillo e calmo e quando ha confessato dell'omicidio della signora Dell'Unto per noi è stato uno shock. Lui ci ha detto che con la Dell'Unto c'era stata una brutta lite, lui le ha dato uno schiaffo. Ci ha anche fatto male sapere che l'ha sepolta nel giardino di casa dove mangiamo e dove i suoi nipoti giocano. A noi doveva dire la verità, non nasconderla. Mi ha dato fastidio che io e mia sorella dobbiamo sapere tutto dai giornali, comunque andremo a trovarlo a Regina Coeli, come già capita una volta al mese perché non pensiamo che sia un serial killer».