Sì alla "nuova" Rinascente

Si chiude nell'ombra la «più grande riqualificazione del Tridente mai realizzata». Dopo una maratona di due giorni, il Consiglio comunale ha infatti approvato l'accordo di programma per la ricollocazione de La Rinascente in via del Tritone e riqualificazione che si dovrà effettuare grazie ai circa 25 milioni di oneri concessori. Un iter lungo e complesso, iniziato già nel 2006, quando i responsabili della Rinascente di largo Chigi comuncarono la finita locazione. Quattro anni, a cavallo di due giunte, la precedente di centrosinistra e l'attuale di centrodestra, impegnati in un braccio di ferro durissimo che si è concluso ieri con l'approvazione finale della delibera alla presenza in aula del sindaco Alemanno. Via libera dunque ai lavori per la realizzazione di sette piani all'interno della galleria Vasa, nel bel mezzo di via del Tritone. Sette piani per un investimento da parte dei privati di oltre 160 milioni di euro e un'entrata nelle casse capitoline di circa 25 milioni. Risorse queste che verranno impiegate per quella riqualificazione del Tridente ancora tutta da definire. Per questo una parte dell'opposizione ha puntato il dito contro l'ammontare degli oneri concessori, giudicato esiguo rispetto alla portata dell'operazione e per questo un ordine del giorno del consigliere del Pd, Athos De Luca, obbliga a ridiscutere in Consiglio comunale regole certe sugli oneri concessori. Ancora tanti insomma gli aspetti da chiarire: i tempi, ad esempio, o le modalità per la nuova viabilità su via del Tritone, i parcheggi a servizio del grande magazzino, i progetti di riqualificazione del Tridente. Incertezze sulle quali l'opposizione ha colpito anche se, a conti fatti, la delibera ha ottenuto alla fine dell'acceso dibattito soltanto tre voti contrari e tre astenuti. La maggioranza, e l'assessore Corsini, portano a casa la fine di un iter lunghissimo che ha ottenuto comunque due importanti meriti: garantire il livello occupazionale dei dipendenti de La Rinascente e vincolare gli oneri concessori alla riqualificazione del centro. Sembrerà forse poco agli occhi dell'opposizione ma, in tempi in cui a vincere è ancora la burocrazia, questi due paletti non risultano affatto secondari.