Sul bus la mano morta parla italiano

Ha circa 35 anni, è una persona comune, un semplice impiegato oppure operaio, piuttosto schivo, senza una forte personalità, prevalentemente italiano. È il palpeggiatore-tipo che colpisce sui mezzi pubblici romani, vera disperazione di tante donne, dalle giovanissime alle signore cinquantenni. Fra le vittime molte straniere, per lo più turiste. Sulla figura del molestatore non mancano naturalmente le eccezioni, tanto che fra i casi finora monitorati, l'altra fascia importante di «artisti della mano morta» è quella degli uomini fra i 55 e i 65 anni, molti pensionati. Il ritratto viene fuori ricontrollando le operazioni di polizia e carabinieri nell'arco di un anno, con relativi arresti che potrebbero essere ben più numerosi se le vittime non preferissero fuggire dai mezzi pubblici piuttosto che dare l'allarme: la media di circa tre fermi al mese e conseguente incriminazione per violenza sessuale, potrebbe crescere esponenzialmente. A ogni regola corrisponde sempre qualche eccezione.   I palpeggiatori non sono sempre così passivi di fronte a una donna non remissiva o affrontati dalle forze dell'ordine, come non tutte le donne sono predisposte alla fuga silenziosa e tremante. «Due volte mi è capitato di avere incontri spiacevoli in autobus – dice Cristina B.B. 30 anni – Una volta ho sentito degli strani movimenti dietro di me e ho reagito prima guardando male il tizio, poi incominciando a dirne di tutti i colori. L'occasione più spiacevole è stata quando ero su un autobus in centro, con mia madre – prosegue Cristina - Il palpeggiatore di quella volta stava rivolgendo le sue attenzioni proprio a mia mamma che, forse per l'affollamento del mezzo, non sembrava accorgersi di nulla.   "Ma che sta facendo!", ho detto. "Si allontani subito!", ho proseguito. Quello lì ha avuto il coraggio di guardarmi male e dirmi: "Fatti i fatti tuoi". Ho reagito violentemente, tanto che tutti si sono voltati e lui è scappato subito alla prima fermata». Anche in questi casi però, nessuna denuncia: «Come avrebbero fatto a rintracciarlo? Soprattutto dopo il tempo che avrei perso a telefonare o cercare un carabiniere o un poliziotto - conclude la donna – Il personaggio l'ho rivisto per strada, l'altro ieri, intorno al Policlinico Umberto I». Luoghi preferiti d'azione per i palpeggiatori, le linee d'autobus del centro cittadino, particolarmente riempite di carichi umani, tante turiste, molte occasioni. Questa porzione di città è continuamente monitorata anche sui mezzi pubblici dai carabinieri della Compagnia Roma Centro che hanno bloccato diversi molestatori. Famosa per questo la linea 64 Termini-San Pietro, al centro della cronaca per palpeggiamenti e molestie da almeno vent'anni. Metodo antico, ma ancora usato dai molestatori, quello del buco in una tasca: mentre con una mano toccano la malcapitata, con l'altra praticano dell'autoerotismo. Ma non ci sono solo i bus. Si molesta anche nelle linee della metropolitana, che rappresentano ottimi obiettivi con convogli e stazioni affollate, non solo quelle centrali. Basta pensare allo scorso 8 febbraio, quando alla fermata Pietralata della B1 un ucraino di 34 anni ha preso di mira i quarti posteriori di una donna e non voleva smettere nonostante la vittima abbia preso a urlare.