Garbatella, una guida per i novant'anni della «città giardino»

Il18 febbraio 1920 nasceva questo quartiere sul modello utopico inglese delle città giardino, strutturate in maniera da ottenere il duplice obiettivo di offrire alla popolazione le comodità della vita urbana ma anche gli aspetti genuini della campagna. La progettazione doveva comprendere nuclei abitativi unifamiliari, attorniati dal verde, servizi, negozi, teatro, chiesa, aree comuni dedicate alla coltivazione per garantire la sussistenza necessaria e rendere questi centri completamente autosufficienti. Tutto ciò non è rimasto un'utopia: la Garbatella rispecchia i canoni delle città giardino e anzi trova in queste peculiarità la sua forza e la sua identità. Proprio la struttura architettonica aiuta a mantenere vivo lo spirito del vicinato, i lavatoi e stenditoi comuni, i parchi attrezzati, la sopravvivenza degli orti urbani offrono la possibilità di confrontarsi o aiutarsi con i propri vicini di casa. «La modernità che porta con sé lo sfilacciamento delle identità sociali, non ha intaccato la natura associativa di questo storico quartiere contro la moderna città dei non luoghi». Spiega il consigliere regionale Gianluca Peciola, durante presentazione di una guida della Garbatella. «La guida Percorsi di Garbatella nasce dall'esigenza di raccontare ai più giovani tutte le tradizioni del nostro antico rione che è molto di più di quello che si vede nella serie televisiva I Cesaroni». Racconta Simona Orlandi Posti, fra gli autori dei "percorsi", e continua: «Non una guida turistica in senso stretto ma un viaggio culturale attraverso una serie d'itinerari che raccontano il rione in tutti i suoi aspetti». Storicamente la Garbatella è stato tra i quartieri più attivi della resistenza antifascista e della contestazione giovanile degli anni Settanta. Per l'architettura, rappresenta il modello degli edifici popolari costruiti negli anni del primo dopoguerra nello stile barocchetto. Per quanto riguarda la tradizione culinaria rimane una meta obbligata per chi volesse conoscere la vera cucina romana delle osterie. Il nome Garbatella, infatti, sembra che derivi proprio dall'appellativo dato a un'ostessa del rione dai modi particolarmente garbati, appunto. Nella Casetta Rossa, gestita da Alfredo Cucchinelli dell'Associazione Bristol, le prelibatezze della cucina romana si possono non solo gustare ma anche preparare. In alcuni giorni della settimana sono gli abitanti del rione che si danno da fare in cucina. Si, perché ciò che in fin dei conti rende speciale questa «isola» nella città è la gente che ci vive e che la custodisce incontaminata.