Un flop la Festa del vicino

Nataa Parigi nel 1999 come una piccola iniziativa di quartiere, la «Festa dei vicini di casa» è stata estesa a livello europeo nel 2003 e coinvolge 6 milioni di persone in oltre 500 città. Ogni anno in Europa la Festa dei vicini di casa riunisce nell'ultimo martedì del mese di maggio gli abitanti di uno stesso condominio o di una stessa zona intorno a un buffet o a un aperitivo. Ci si è provato anche a Roma. Il 7 maggio del 2005 il Campidoglio inaugurò l'iniziativa «Vicini Vicini». L'obiettivo era «pio»: rafforzare i rapporti di vicinato, sviluppare la convivialità e lottare contro l'individualismo e l'isolamento. Per dare un aiutino ai condomini più timidi si organizzarono eventi con film e musica. Presa forse da molte scene delle commedie americane dove c'è sempre un vicino di casa che suona alla porta e dove è tradizione che ai nuovi arrivati ci si presenti con un dolcetto in mano, la festa si trasformò nell'illusione che tutto ciò potesse accadere anche Roma. Laddove si litiga per il posto auto, per quel lampione rotto, per quel cane che abbaia troppo, per quell'acqua dell'innaffiamento che cola sui panni o per la radio troppo alta, ci si sarebbe «amati» per un giorno. Sorrisi, strette di mano, bacini sulle guance e persino leccornie da consumare insieme, come vecchi, grandi amici. A Corviale poi ci si fece prendere un po' la mano e si festeggiò persino il trentesimo compleanno dell'edificio. Follia collettiva? Difficile dirlo. Il successo della prima edizione fece subito mettere in cantiere la festa dell'anno successivo. Per il 26 maggio del 2006 si organizzarono piccoli spettacoli nelle piazze di quartiere, forse per far uscire dai palazzi quei vicini di casa che stavano imparando a volersi bene. Solo una volta l'anno però. La doccia fredda sulla Festa del buon vicinato è arrivata, puntuale, nel 2007. Quando stavano «doverosamente» festeggiando la giornata del vicino di casa con tanto di tavolata e barbecue nel cortile, due condomini iniziarono a litigare. Scoppiò la rissa. Così si scrisse la parola fine alla festa «Vicini vicini», più un inno all'ipocrisia che ai buoni sentimenti. Una festa che, a dire il vero, manca a pochi, mentre in molti sono tornati a litigare come prima, ma con la coscienza più pulita.