Omicidio nel metrò di Roma Confermati i 16 anni a Doina Matei

Sono definitivi i 16 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale nei confronti di Doina Matei, la rumena che nella metro di Roma, il 26 aprile 2007, uccise con un colpo di ombrello la giovane Vanessa Russo. Lo ha deciso la Quinta sezione penale della Cassazione che ha respinto il ricorso presentato dalla difesa della Matei condannandola pure a rifondere le spese processuali ai familiari della Russo per una somma di circa diecimila euro. Vanessa Russo, 22 anni, morì dopo due giorni di agonia. La lite scoppiò per futili motivi, come ha riconosciuto la stessa Cassazione, nella stazione Termini della metro e, al culmine della discussione, Doina Matei sferrò la punta dell'ombrello contro la Russo, colpendola ad un occhio. Alemanno: fondamentale la certezza della pena -  "Esprimo soddisfazione per l'esito della pronuncia della Suprema Corte che ha reso definitiva la condanna di Doina Matei, l'omicida di Vanessa Russo". Lo afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. "In alcune occasioni - prosegue - abbiamo espresso disappunto quando pronunce dei giudici hanno ridotto pene o operato scarcerazioni poichè abbiamo sempre ritenuto fondamentale l'importanza della certezza della pena sia come valore assoluto che in relazione alla sicurezza percepita. In questo caso, invece, la parola fine a questa tragica vicenda chiude un capitolo doloroso per l'intera città di Roma".   "Tempi lunghissimi ma è stata fatta giustizia" - "La famiglia di Vanessa Russo è soddisfatta per la sentenza emessa oggi dalla Cassazione e ritiene che sia stata fatta giustizia". Così l'avvocato Federico Vianelli, legale di parte civile per conto dei genitori della ragazza uccisa nella metropolitana di Roma commenta la conferma della condanna a 16 anni. "La famiglia di Vanessa - ha aggiunto Vianelli - attendeva fiduciosa e con serenità la conclusione del procedimento. Devo dire che in tempi in cui si dibatte sul cosiddetto processo breve quello a cui abbiamo assistito è stato lunghissimo per la sofferenza che ha accompagnato la famiglia in questi anni, ma breve allo stesso tempo se si considera che l'omicidio è avvenuto due anni e mezzo fa. Sotto questo profilo il corso della giustizia è stato esemplare". Lotterò ancora per Doina - "La mia battaglia per Doina continuerà anche adesso che la Cassazione si è dimostrata forte con i deboli perchè ha fatto prevalere l'aspetto punitivo su valutazioni che avrebbero potuto mitigare la pena in considerazione dell'ambiente dal quale proviene la Matei". Così l'avvocato Nino Marazzita ha commentato il verdetto della suprema corte. "Farò in modo che Doina ottenga tutti i benefici che le potranno essere accordati dal momento che ha anche due figli piccoli che vivono in Romania con le sue sorelle". Per ora, però, l'omicida "sicuramente sconterà qualche anno di reclusione in Italia senza lasciare il carcere", ammette l'avvocato. Marazzita deve ancora informare Doina Matei della condanna e chiamandola nel carcere di Perugia dove la donna è detenuta.