"Innocente e incastrato dal Pd"

Ha intenzione di essere presente a tutte le udienze per seguire il processo che lo vede imputato per tre violenze sessuali. Luca Bianchini, considerato dalla procura lo stupratore seriale dei garage, stamattina si siederà davanti ai giudici che dovranno valutare se è stato lui a stuprare tre donne il 5 aprile, il 4 giugno e il 3 luglio scorsi nei quartieri Ardeatino e Bufalotta. «Sono sereno e innocente - continua a sostenere Bianchini dal carcere di Regina Coeli - ho fiducia nei miei avvocati, sono combattivo e riuscirò a ristabilire la verità in questa vicenda che mi ha coinvolto ingiustamente». Il presunto violentatore, arrestato il 10 luglio scorso perché ritenuto dagli agenti della Squadra Mobile colui che, coperto da passamontagna e con un coltello in mano, si accaniva su donne che parcheggiavano la vettura in garage o box condominiali, nel corso del dibattimento solleverà «questioni» che vanno oltre il processo. Probabilmente l'imputato, attraverso i suoi difensori, ricorderà le sue frasi pronunciate durante l'indagine. Parole che facevano riferimento a un presunto complotto ordito alle sue spalle perché era a conoscenza della «macchina politico-affaristica» messa in piedi da alcuni politici del Pd della Capitale «per accumulare soldi in nero». Luca Bianchini, prima di essere arrestato con la pesante accusa di aver violentato tre donne, era segretario del circolo del Pd del quartiere Torrino. A convincere la procura che Bianchini era lo stupratore, è stato l'esito del dna compiuto sui reperti di una delle tre donne stuprate tra aprile e luglio. L'accertamento ha confermato che appartenevano a Bianchini i profili genetici delle tracce biologiche trovate sui reperti. Da oggi, comunque, l'imputato, che sarà giudicato con il rito immediato, cercherà di dimostrare che l'indagine ha portato a risultati decisamente sbagliati.