Ecchimosi e ferite sul corpo di Cucchi

Una profonda ferita circolare, ancora aperta, sul polpastrello del pollice della mano sinistra e tante piccole ferite simili tra i capelli, sulle ginocchia, sulla gamba destra che sembrano bruciature di sigaretta. Sono alcuni degli scatti che ritraggono il corpo di Stefano Cucchi durante l'autopsia. Una delle foto più crude è quella che mostra il medico legale che apre la bocca del cadavere e si vede sotto il labbro superiore una grande ecchimosi. Le foto del volto in primissimo piano, oltre a quei profondi segni blu-rosso-viola intorno agli occhi, mostrano un grande rigonfiamento tra la palbebra sinistra e il sopracciglio e fanno vedere chiaramente l'osso del naso che sembra fratturato ed ecchimosi sulla mascella e sul collo. Lividi, segni rossi e macchie si vedono anche sulle anche, in particolare quella destra. Imaggini che troverebbero riscontro nel botta e risposta tra Cucchi e S.Y, il supertestimone di 31 anni del Gambia che sostiene di aver assistito all'aggressione. «Ma cosa ti hanno fatto?». «Ma non lo vedi? Mi hanno menato questi stronzi». Dialogo contenuto nella testimonianza resa a verbale ai pm. Intanto il capo del Dap, Franco Ionta, ha riunito i vertici dell'amministrazione penitenziaria per fare il punto su quelle che vengono definite «zone d'ombra» o «ambiguita» che rendono difficile l'identificazione di eventuali responsabilità. Sarebbero in arrivo circolari o atti di indirizzo di Ionta. L'orientamento sarebbe quello di escludere la polizia penitenziaria dai compiti di vigilanza di coloro che sono portati nelle camere di sicurezza del Tribunale.