Tenta suicidio col gas, esplode la casa

PaoloTomei Un'altra esplosione, forse procurata da una fuga di gas, è avvenuta ieri mattina intorno alle 6 in un un appartamento in uno stabile di via Caleffi, nel quartiere Tiburtino III. I feriti sono tre, di cui uno in codice rosso, ma non in pericolo di via, trasportato al centro grandi ustionati dell'ospedale Sant'Eugenio. Da una prima ricostruzione, l'esplosione è avvenuta all'interno dell'abitazione dove vive un uomo di 68 anni, il ferito più grave, e ha anche interessato altri due appartamenti. Gli altri due feriti, una coppia di coniugi di 58 e di 54 anni, sono stati trasportati all'ospedale Pertini ma le condizioni non appaiono gravi. In totale sono 24 le famiglie evacuate dagli stabili interessati dall'esplosione. Sul posto carabinieri, vigili del fuoco e 118. Nell'appartamento in cui è avvenuta la deflagrazione i rubinetti del gas della cucina stati trovati aperti. Non si esclude, quindi, l'ipotesi di un tentato suicidio. Sono 11 gli appartamenti dichiarati inagibili dai vigili del fuoco all'interno dello stabile. In particolare sono 4 gli appartamenti che presentano le lesioni maggiori in seguito allo scoppio. Oltre trenta gli sfollati che hanno trascorso la notte in strada, assistiti con coperte e caffè caldo dagli agenti della Polizia Municipale e dei vigili del fuoco. La maggior parte degli sfollati troverà accoglienza da parenti, tre famiglie invece verranno alloggiate in un residence per l'emergenza abitativa al Laurentino. Sul posto è intervenuto il Nopie (il nucleo operativo pronto intervento in emergenza) della Protezione civile comunale per coordinare i soccorsi agli abitanti, distribuire coperte e bevande calde. «Abbiamo sentito un forte boato, sembrava il terremoto», ha detto un abitante dello stabile in via Pietro Caleffi. «Mi sono affacciato da una finestra di casa mia e ho visto un gran polverone e dei calcinacci nel vialetto sotto casa, in quel momento ho capito che doveva essere esploso qualcosa». Nell'appartamento in cui è avvenuta l'esplosione abita un uomo anziano che i vicini descrivono come «una persona un po' strana, bisognosa di assistenza». Dopo l'esplosione, l'uomo è stato visto dai vicini «uscire con le sue gambe e non in barella» da casa quando è arrivata l'ambulanza. Secondo alcuni abitanti dello stabile, l'uomo «stava sempre chiuso in casa, fino a che è vissuta sua madre hanno abitato insieme, era lei che se ne prendeva cura, poi dopo la sua morte si è lasciato andare». Altri residenti della palazzina raccontano che «ogni 2 settimane veniva una persona, forse dei servizi sociali, che lo faceva uscire un po' da casa». «È una persona molto introversa, ma non ha mai dato alcun tipo di problema, usciva solo per andare a comprare il giornale e poi tornava a casa». Così un altro vicino di casa descrive il proprietario dell'appartamento esploso. I segni della deflagrazione sono ben visibili su entrambe le facciate dello stabile, dove tre pannelli esterni sono stati fortemente lesionati e in alcune parti si sono staccati dal corpo dell'edificio. È ancora evidente lo choc di alcuni condomini: «Se voleva farsi saltare in aria non deve tornare a vivere qui, perché ha messo a repentaglio la vita di decine di persone».