Orfani e mutilati raccolsero il materiale per costruirla

Moltiaccorsero per pregare e cantare le Sue Lodi, nonché per visitarla. La Santa Immagine è alta 9 metri, pesa circa 35 quintali ed è tutta in rame, eccetto la faccia e le braccia che sono in bronzo. L'opera dello scultore Arrigo Minerbi sarà posta sopra la torretta. L'idea di elevare un monumento alla Vergine nacque negli anni dolorosi della guerra. Un gruppo di «amici di Don Orione», raccolti in una casa privata, fecero un voto per far sì che Roma fosse stata preservata dalle atrocità del conflitto. Il voto raccolse oltre un milione di adesioni. Intanto affluivano alle Case di Don Orione le più dolorose immagini della guerra: i fanciulli mutilatini e gli orfani che trovavano nei «figli di Don Orione» assistenza, amore, rieducazione istruzione e affetto. Con gioia questi ragazzi appresero del voto e diedero la loro opera per la più sollecita e migliore riuscita dell'iniziativa. Furono infatti essi a portare a domicilio l'opuscolo che chiedeva rottami di rame a chiunque volesse disfarsene; furono essi a curare la raccolta, la cernita e la spedizione. Il bozzetto venne effettuato dallo scultore Minerbi, che ha tratto le sembianze della Vergine della Sacra sindone ritenendo che il volto della Vergine dovesse in qualche modo avere i lineamenti di Gesù. Tutto il lavoro di traduzione dal modello originale dello scultore al modello in gesso, e alla successiva esecuzione in rame sbalzato, è stato eseguito da una ditta di Milano. Un'altra ditta, della stessa città, ha curato la rivestitura dell'intera statua con una sottilissima applicazione d'oro in fogli. Il 5 Aprile 1953, Pasqua di Resurrezione, l'ultimo atto: alla statua viene tolto il drappo che la copriva. Lo splendore magnifico della Santa Immagine si staglia maestoso e solenne sulla città di Roma a sua protezione.