Negozi, 6 mila a rischio chiusura

Altre chiusure, calo drastico degli ordinativi e bilanci in rosso. Dopo l'estate ci sarà la resa dei conti per migliaia di negozi al dettaglio della Capitale. E le previsioni non sono buone. Per la Confesercenti di Roma e Lazio a settembre si conoscerà il numero dei commercianti che dall'inizio di quest'anno hanno dovuto tirare i remi in barca per colpa della crisi. Potrebbero essere circa 6 mila le chiusure entro il 2009, stima il presidente Valter Giammaria, di cui almeno il 20% del settore abbigliamento. Mentre la Confcommercio Roma parla di calo degli ordinativi attorno al 20-25% in un anno: i negozianti non rischiano l'invenduto e stoppano dalle grandi fabbriche le richieste della merce. Roberto Polidori, presidente della Federabbigliamento-Confcommercio è chiaro: «Dopo i saldi e con il riavvio delle attività si saprà chi ce l'ha fatta e chi no, anche se parlare di numeri è difficile. Certo, si opererà una selezione quasi naturale sul mercato nel senso che i più forti, quelli che hanno investito maggiormente nella qualità, saranno i sopravvissuti». Parole chiare per raccontare l'entità di una crisi che «durerà ancora tutto il 2009», incalza Polidori. Drammatiche anche le prospettive occupazionali. È Giammaria a fornire ancora cifre. «Se si calcola che per ogni attività ci sono tra i 2 e i 3 occupati – spiega – significa che alla fine dell'anno almeno 12 mila persone potrebbero aver perso il lavoro». Conferma il leader di Federabbigliamento: «I più a rischio sono i precari perché lo abbiamo visto anche da questi saldi ancora in corso, non ci sono praticamente state richieste di nuovo personale come invece di solito accade quando si prevede un aumento della clientela e molti contratti scaduti non sono stati rinnovati». A pesare è anche la crisi di liquidità che comincia a colpire le attività al dettaglio, specie quelle più piccole. Secondo la Confesercenti «i prestiti bancari nel Lazio sono scesi da un anno all'altro di circa il 12%».