Prg: "non servono vincoli ma costruzioni di qualità"

«Se c'è un principio da perseguire sempre, è quello di una leale collaborazione», soprattutto se intorno al tavolo delle decisioni ci sono la Capitale, la Regione Lazio e lo Stato, e la posta in gioco è lo sviluppo di Roma e dell'hinterland. L'assessore capitolino all'Urbanistica Marco Corsini, il giorno dopo il primo incontro con il Mibac (ministero per i Beni e le Attività culturali) per trovare una via d'uscita alla questione dei nuovi vincoli che il ministero di Bondi può apporre al Piano regolatore generale della città, si dice «moderatamente ottimista». Perché «moderatamente»? «Moderatamente perché la volontà del Mibac di discutere è di certo un passo avanti sulla strada del metodo con cui affrontare argomenti così delicati». In effetti la notizia dei vincoli all'inizio aveva generato polemiche proprio sui modi, quasi una questione di buone maniere. «Venire improvvisamente a conoscenza della possibilità di vincoli su aree così vaste dell'agro-romano (Laurentina-Ardeatina), sapendo gli effetti che potrebbero avere sul Prg, certo non fa piacere. Ma le polemiche, per quanto mi riguarda, si sono spente ieri (mercoledì n.d.r.)». Quali saranno, per il Comune, i margini della "trattativa"? «Trattativa mi sembra un termine poco consono a un tavolo di concertazione tra ministero ed enti locali. Sarà una valutazione comparata per raggiungere la maggiore compatibilità possibile tra le esigenze di salvaguardia dello Stato e della Regione, e di sviluppo urbanistico del Comune». In questa valutazione comparata ci sono margini oltre i quali l'Amministrazione capitolina non può arretrare? «Il Comune ha l'obbligo di difendere il Piano regolatore approvato e di conseguenza le aspettative di sviluppo legate all'housing sociale e ad altri interventi abitativi». Investitori privati potrebbero subire danni se i vincoli sul Prg intaccassero le possibilità edificatorie, e rivalersi sul Comune. «È un doppio impegno che ci spinge ancor di più a trovare soluzioni compatibili».  Intravede già qualche punto di convergenza con il Mibac? «Credo che una sensata via da tentare sia quella della qualità architettonica. Sarebbe un compromesso ottimo sia per la Capitale, sia per i privati che attendono di investire, in qualche caso, anche da 15 anni, sia per il Mibac, che svolgerebbe così al meglio la sua funzione di salvaguardia sul territorio». È stata definita un'agenda di incontri con il ministero? Quando vi troverete ancora attorno allo stesso tavolo? «In questi casi si seguono le procedure normative. Le proposte verranno pubblicate nei prossimi giorni e poi s'inizierà con le valutazioni». Basteranno 6 mesi? «Anche qui mi sento di rispondere con un "moderatamente osttimista". Comunque il Mibac s'è messo già al lavoro. Il ministro Bondi potrebbe firmare già oggi (ieri, n.d.r.) il decreto per l'istituzione della Commissione che coordinerà i tre livelli di governo».