Liste civiche, la vera anima della politica

VivianaSpinella Oltre 180 mila voti. A tanto ammonta il successo alle regionali del 2005 della «Lista civica per Marrazzo». Un'esperienza capace di spostare l'ago della bilancia a favore del centrosinistra che prevalse sulla coalizione di centrodestra per 100 mila voti. Uno sguardo al passato per riflettere sul futuro. La campagna elettorale per le prossime elezioni regionali nel Lazio del 2010 non è ancora ufficialmente partita. Ma i risultati delle europee ne stanno preparando il terreno. «Nel Lazio il centrosinistra è capace di tutto – dice con una battuta Roberto Alagna, capogruppo della Lista civica per il Lazio in Consiglio regionale – Ma due sono gli elementi fondamentali per vincere: la riconferma del presidente Marrazzo alla guida della coalizione e la presenza, un'altra volta, di un'importante lista civica per il Lazio». Le premesse ci sono tutte: c'è una società civile forte, che spesso non si riconosce nei vecchi (e nuovi) partiti, legata assieme da una rete capillare sparsa in tutta la regione. Nell'immediato futuro, il sostegno al presidente Marrazzo è garantito: «I primi di luglio faremo un'importante manifestazione per partire politicamente e dare un segnale forte». I nomi di nuove alleanze non preoccupano affatto: «L'Udc va benissimo se ci saranno precise condizioni. Ben venga, a patto che non si discuta la presidenza di Marrazzo». Ma se alle regionali del 2005, e ancora prima alle comunali, la voce della società civile ha trovato spazio tra i partiti più tradizionali, altrettanto non è successo, nel 2006, a livello nazionale. Lo racconta Alagna nel suo libro «La politica è una cosa troppo seria per lasciarla ai partiti» uscito meno di un mese fa e ripresentato ieri alla libreria Arion di piazza Montecitorio. «Lì prevalse l'odio di parte, la logica dell'apparato – spiega l'autore – La considerazione, sbagliata, che le liste civiche non portavano nuovi voti ma rimescolavano solo le carte. Noi non volevamo niente: né soldi né poltrone. Avevamo solo un bacino di persone che volevano votare a sinistra ma non i vecchi partiti». Il tentativo di Alagna di creare una lista civica a livello nazionale fu bloccata: «Avrebbe cambiato le sorti della politica. Con 20 senatori in più il governo Prodi sarebbe ancora nel pieno della sua legislatura».