Botte e violenze alle compagne di classe

Una vera e propria gang che intimidiva e aggrediva compagne di scuola, professori e chiunque provava a difendere le giovani vittime. Una gang di bulle che ha seminato paura per quasi due anni in un istituto professionale per estestiste a Roma. Ora le bulle sono tutte denunciate ma alcune delle studentesse vessate e minacciate sono state costrette a cambiare scuola. L'indagine della polizia ha alzato il velo su alcuni episodi di vero e proprio bullismo al femminile vissuti per mesi e mesi dalle studentesse dell'istituto professionale 'Ial Roma e Laziò. Una ragazza sfregiata, ma anche aggressioni e capelli bruciati a chi non sottostava a regole e richieste della gang di bulle. Tanti i racconti raccolti dagli agenti del commissariato San Basilio che parlavano di vessazioni, atti intimidatori, aggressioni e soprusi. Vittime, alunne di buona famiglia tra i 17 e i 19 anni. In uno degli episodi più gravi, hanno raccontato le studentesse, un'alunna è stata aggredita durante l'orario di lezione, approfittando della momentanea assenza della professoressa, da una compagna. La vittima, poi costretta a cambiare scuola, è stata sfregiata al volto. Stessa sorte è toccata ad un'altra compagna, perseguitata e costretta a trasferirsi in altra scuola. Le bulle usavano anche la via telematica di "messenger", dove le alunne conversavano delle loro problematiche adolescenziali, per lanciare le loro minacce. La polizia ha anche accertato che la gang ha più volte affrontato ed intimidito professori e genitori, arrivando a commettere piccoli furti dei quali poi si vantavano. Sulla scia della vicenda che ha coinvolto l'istituto scolastico romano il Codici ha evidenziato come «contrariamente a quanto accade con i maschi le ragazzine tendono a utilizzare un'aggressività più subdola, meno evidente».Sul fenomeno del bullismo declinato al femminile il Codici ha avviato corsi di formazione e interviste con questionari nelle scuole della Regione Lazio per prevenire questo tipo di problemi. I corsi hanno coinvolto ragazzi e ragazze di terza media e al termine delle discussioni di gruppo gli operatori hanno effettuato un questionario anonimo sul bullismo dove è emerso che l'81% del campione intervistato afferma la presenza nella propria scuola di ragazzi che compiono atti di bullismo, e di questi il 38,3% è compiuto da ragazze. Le forme di prepotenza messe in atto consistono in prese in giro, offese e insulti (90%) che avvengono soprattutto vicino all'entrata di scuola e nei bagni, dove è più carente la presenza di adulti. Secondo il campione intervistato i compagni di fronte a tali azioni fanno finta di niente (42%), oppure fanno il tifo per il bullo (59%). Sul comportamento degli adulti (insegnanti e bidelli) nei confronti degli atti violenti, il 60% afferma che intervengono per difendere chi subisce. Alta risulta comunque la percentuale (oltre il 20%) di soggetti che lamentano l'assenza di adulti durante atti di bullismo.