Trovati nel box del parente droga, proiettili e baffi finti

{{IMG_SX}}Trenta chili di hashish, proiettili e baffi finti. per aver trovato tutto questo che la Squadra mobile diretta da Vittorio Rizzi ha arrestato un parente di Antonio Di Palma, lo «svedese del Tuscolano» ucciso da un vigilante durante il fallito colpo di lunedì al portavalori alla Magliana. Anche A.R., 31 anni, compagno della figlia di Di Palma, è del Tuscolano. Droga, munizioni e camuffamenti sono stati scoperti nel garage della sua abitazione in via Minnucci lo stesso giorno della tentata rapina, poche ore dopo il fattaccio. Da qui il fermo. Gli investigatori hanno cercato di andare oltre tentando di capire se esista una relazione tra il giovane e il blitz pianificato dai quattro malviventi giunti quella mattina a piazza Certaldo armati, a bordo di due scooter, con indosso fratini con bande catarifrangenti, caschi e guanti. Ma non sembra che il parente abbia avuto una parte nell'operazione. Nemmeno da palo. Gli investigatori quindi per ora escludono alcuna complicità di A.R. con l'assalto finito in tragedia al portavalori della Securpol. Le indagini vanno avanti. Restano da cercare altri due del gruppo che lunedì, fallito il colpo, ferito a morte Di Palma e il suo complice Marco C., 50 anni, ricoverato all'ospedale di Albano, sono riusciti a scappare senza lasciare traccia. Il rapinatore ferito non parla.