Poco emancipati e scoraggiati La fotografia dei giovani laziali

DamianaVerucci Sfatati alcuni luoghi comuni sui giovani, confermati altri. La ricerca condotta dall'associazione Teorema su un campione rappresentativo di giovani studenti del Lazio di età compresa tra 15 e 25 anni, confermerebbe ad esempio la poca propensione della popolazione studentesca della Regione a trovarsi un lavoro oltre allo studio (solo il 15% lo fa), mentre sfaterebbe il mito dell'utilizzo di Internet per qualsiasi tipo di ricerca. Solo il 15%, infatti, si rivolgerebbe alla rete per trovare un'occupazione, preferendo il 36% la più tradizionale strada delle «conoscenze» e il 19% riviste e giornali specializzati. Ben l'83% poi del campione intervistato vive ancora in famiglia e tra le motivazioni di questa scelta, neanche a dirlo, la non indipendenza economica. «Dalla ricerca - spiega Giorgio Pasetto, presidente dell'associazione Teorema - emergono dati che confermano tendenze ormai consolidate, come la difficoltà dei giovani a emanciparsi dal nucleo familiare e dati che smentiscono l'idea della vasta diffusione della richiesta d'informazione utile ai fini lavorativi attraverso motori di ricerca e online». Comunque una fotografia interessante dei giovani di oggi. La ricerca ha inoltre analizzato l'apporto della Regione Lazio alle politiche di sostegno al lavoro e il grado di soddisfazione dei ragazzi su quanto fatto fino ad oggi dalle istituzioni. Emerge che una bassa percentuale si ritiene soddisfatta dalle politiche regionali e vorrebbe che fosse fatto di più. Questo nonostante il Lazio sia tra le regioni d'Italia più attive per la quantità di risorse stanziate a favore dei giovani, con un investimento che è passato da un milione di euro nel 2005 ai 4 milioni nel 2009. Quello che manca, piuttosto, è la conoscenza di questi strumenti. «Sono diversi i progetti che l'assessorato regionale all'Istruzione ha predisposto per i giovani alla ricerca di un'occupazione – ha ricordato l'assessore regionale all'Istruzione Silvia Costa – che hanno avuto un ritorno di assunzioni pari al 42%».