Via del Lido di Castelporziano L'impero dei transex è qui

ValeriaCostantini OSTIA Giovani e attraenti sudamericani, seminudi, nascosti tra la folta vegetazione, pronti a offrirsi alla lussuria di cosiddetti uomini porbene. È questo il triste spettacolo che negli ultimi tempi si può «ammirare» lungo le oscure strade della pineta di Castelfusano di Ostia. Il mercato del sesso segue itinerari già noti, vie ben conosciute dai clienti compiacenti, che sanno come puntualmente su via del Lido di Castelporziano, possano trovare la fonte del piacere più proibito. Il viavai di autovetture sull'arteria lidense è impressionante durante le ore notturne, paragonabile solo al caos del centro cittadino nelle ore di punta. La strada, che taglia per diversi chilometri la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano e costeggia la Tenuta del Presidente, ben si presta a nascondere le visite al mondo della prostituzione di clienti dalla doppia vita. Lavoratori rispettabili, magari affettuosi padri di famiglia, che di giorno conducono un'esistenza «normale», e che la notte si trasformano per diventare avidi procacciatori dell'illecito. Se le lucciole, provenienti dall'Est Europa o dall'Africa, sembrano essersi spartite i territori che vanno dalla Cristoforo Colombo alla Litoranea, i «colleghi maschi» hanno ottenuto da tempo l'«appalto» sull'arteria che scorre parallela al mare di Roma. Ad attendere i clienti in via del Lido di Castelporziano, sono i transessuali, più o meno giovani, vestiti di nulla o quasi. La maggior parte di loro è venuta dal Sudamerica, Argentina, Brasile o Venezuela, in cerca di una vita migliore in Italia: ma per molti l'unica salvezza dalla miseria è diventata la strada. Il fenomeno della prostituzione maschile a Ostia non è cosa nuova purtroppo. Ad ogni blitz di Polizia o Carabinieri, corrisponde spesso una diminuzione della presenza dei «signori della notte», ma puntualmente dopo brevi periodi il mercato si riapre. Anche a rischio delle pesanti sanzioni previste dalla legge e dal pericolo, per la clientela, di ritrovarsi con una multa da giustificare il mattino dopo.