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Sciopero per Flotilla, sanzionati i sindacati: multe per mancato preavviso

Christian Campigli 

Le regole valgono per tutti. Anche per i sindacati, spesso convinti di poter fare e disfare, imporre ad un intero Paese le proprie (astruse) dinamiche. È stato il Garante ad aver ribadito un concetto evidentemente di difficile comprensione per Landini e soci. La Commissione di Garanzia, con una delibera del 18 dicembre, ha valutato «negativamente lo sciopero generale effettuato senza preavviso lo scorso 3 ottobre dalle organizzazioni sindacali Cgil, Usb, Cub, Sgb, Cobas, Cib Unicobas e Cobas Sardegna, a seguito del blocco della Flotilla».

Un messaggio lapidario, quello che si può leggere nella nota dell’organo che vigila sul rispetto delle regole degli scioperi. Secondo il Garante, «le deroghe al preavviso non sono applicabili al caso di specie, non ricorrendo i presupposti dell’articolo 2, comma 7, della legge 146/1990, che consente scioperi immediati nei servizi pubblici essenziali solo per la difesa dell’ordine costituzionale o per protesta a seguito di gravi eventi lesivi dell’incolumità e sicurezza dei lavoratori». In sostanza, si è evidenziato come alcuni sindacati abbiamo forzato la mano, pur di scendere in piazza.

  

Dimenticandosi che uno sciopero, come ovvio che sia, porta ad una serie importante di disagi ai cittadini. E, proprio per questo, vanno organizzati nel rispetto di alcune regole stabilite dal legislatore. Per l’Autorità, «la difesa dell’ordine costituzionale è da intendere come misura posta a presidio delle istituzioni di fronte ad eventi che ne mettano a rischio il funzionamento o l’esistenza stessa, mentre la protesta per l’incolumità e sicurezza dei lavoratori non può essere invocata per eventi esterni al contesto lavorativo». A seguito di tale valutazione, la Commissione ha irrogato alcune sanzioni alle organizzazioni sindacali. Nello specifico, si tratta di ventimila euro per la Cgil e la Usb e di diecimila euro per i Cobas Sgb Cub. Nel lungo documento, oltre a dettagli tecnici piuttosto complessi, si può leggere un passaggio essenziale per la codifica dell'intera vicenda. «Secondo la Cgil gli eventi accaduti concreterebbero una grave violazione delle norme del diritto internazionale da parte dello Stato di Israele nella striscia di Gaza ed un grave pericolo per la vita e la sicurezza di cittadini e lavoratori italiani impegnati nella missione umanitaria Global Sumud Flotilla con conseguente violazione di quei principi fondamentali della Costituzione, declinati negli artt. 1-12 (nello specifico, artt. 10 e 11) nei quali si sostanzia l’ordine costituzionale».

Un'interpretazione, quella dell'organizzazione guidata da Maurizio Landini, frutto del delirio di quei giorni, quando la sinistra (politica e sindacale) provò in ogni mezzo a creare una sorta di casus belli, per accusare il governo italiano di essersi schierato supinamente dalla parte di Israele. Un’eccezione che il Garante ha bocciato da ogni punto di vista, anche perché la Commissione non ha mai riconosciutola legittimità di scioperi analoghi di protesta contro la guerra e non li ha mai espressamente ricondotti all’ipotesi derogatoria. «Il diritto allo sciopero è così importante dall'essere espressamente citato all’articolo 40 della Costituzione – ha ricordato Paolo Reboani, commissario alla Commissione di Garanzia per lo Sciopero. il Garante ha semplicemente riaffermato che vi sono delle regole da seguire e che tali norme valgono anche per i sindacati. Le deroghe sono eccezioni straordinarie e non possono essere usate in casi come quelli analizzati dalla Commissione».