cosa cambia
Manovra, la Lega porta al dietrofront: saltano pensioni e Tfr
La Lega fa riflettere gli alleati e la manovra cambia. È stato infatti depositato in commissione Bilancio al Senato un nuovo emendamento del governo – fortemente voluto dal partito di Matteo Salvini – che ripensa tutte le misure sulle pensioni e fa saltare anche quelle sul trattamento di fine rapporto. Il testo ora contiene alcuni interventi sull’iperammortamento, una stretta agli investimenti green e una rimodulazione del Pnrr ma non prevede più le misure sulla previdenza e sul trattamento di fine rapporto che avevano portato il governo a un nuovo giro di consultazioni interne. Nessuna tensione quindi nella maggioranza, come sbandierato dalle opposizioni nelle scorse ore, ma un lavoro di squadra per rivedere la manovra così com’era.
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Ad annunciare la fumata bianca sull’emendamento, Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento: “C’è stata questa decisione perché la Lega ha posto un problema politico sulle coperture previdenziali. Troveremo una soluzione, chiaramente salvaguardando anche tutti gli aspetti che riguardano imprese, imprenditori e Zes”. L’emendamento, quindi, prevede una nuova ritenuta d’acconto per le imprese, l’anticipazione della misura al 2028 con un’aliquota pari allo 0,5% – al netto dell’Iva – dell’importo da corrispondere. Confermato invece l’1% dal 2029. La misura vale oltre 700 milioni di euro dal primo anno e raddoppia in quelli successivi.
Nonostante il lavoro di squadra della maggioranza, non sono mancate le critiche. Prima fra tutte Elsa Fornero che a La Repubblica si è espressa sul lavoro dell’esecutivo: “Questo governo ha preso atto che una controriforma della mia riforma non si può fare – ha esordito – le pensioni si finanziano con il lavoro e il salario dei lavoratori è difficile capire come possa tenersi in piedi un sistema nel quale ci saranno a un certo punto più pensionati che lavoratori, che peraltro sono poco pagati”. Fornero che però ha escluso la presenza di una “manina” nel maxiemendamento ventilata nei giorni scorsi: “Il ministro Giorgetti ha capito molto bene la situazione e quindi non credo a ‘manine’ di alcun genere. Figuriamoci se un emendamento di quella portata arriva all’insaputa del governo: l’avranno visto tutti e tutti l’avranno accettato – spiega – Poi si saranno accorti che alcune cose non erano state meditate: ad esempio la misura sul riscatto degli anni di laurea, che sarebbe una vera follia. Un’assurdità perché c’è bisogno che le persone mettano da parte soldi per le loro pensioni e così, invece, le si disincentiva”.