Il confronto tra leader
Atreju, Meloni incastra Schlein «Confronto, ma pure con Conte». Ma Elly rifiuta: «Ridicolo»
La premier Meloni non solo accetta il vis a vis con la segretaria del Pd, ma è addirittura pronta a sfidare entrambi i leader dell’opposizione. La premier, dunque, spiazza chi, fino all’altro ieri, si era rifiutata di partecipare alla festa del suo partito. «Leggo che Schlein – scrive la leader del centrodestra sui propri canali social – avrebbe finalmente accettato l’invito di Fratelli d’Italia a partecipare ad Atreju, ma solo in caso di un confronto diretto con me. Atreju è sempre stata una casa aperta al dialogo, a chi la pensa diversamente. Sono, quindi, pronta a confrontarmi con l’opposizione. Ma ritengo che al confronto debba partecipare Giuseppe Conte».
Le ragioni, secondo la presidente del Consiglio, sono due: la prima che il leader del Movimento 5 Stelle, a differenza della segretaria del Pd, anche negli anni passati, è venuto alla rassegna «senza imporre alcun vincolo». Lo ha fatto pure quando era a Palazzo Chigi. La seconda motivazione, invece, è che, secondo Meloni, non spetta al capo della maggioranza «chi debba essere il leader dell’opposizione, quando il campo avverso non ne ha ancora uno». Non a caso, nel centrosinistra, è all’ordine del giorno, un dibattito su "primarie sì, primarie no". Sarebbe un’offesa alla democrazia. Motivo per cui chi ha le redini del Paese, rispettando il ruolo istituzionale affidatole dai cittadini, sarebbe disponibile esclusivamente a un dibattito aperto con entrambi i leader della minoranza. Nello stesso giorno. Un confronto unico.
Proposta ritenuta sensata e accettata all’istante da Conte, che, quindi, spiazza l’alleata. «Avevo sondato – dice sulla propria pagina Facebook - la possibilità di un confronto con Meloni ad Atreju anche nelle precedenti edizioni e mi fu risposto di "no". Ora leggo che la premier accetta di confrontarsi a patto che sul palco ci siamo sia io che Schlein. Per me va sempre bene confrontarsi e dirsi le cose come stanno. Anche in "trasferta", davanti a un pubblico che ho rispettato, anche quando ero Presidente del Consiglio e Fratelli d’Italia non era forza di maggioranza (l’avvocato pugliese la scorsa edizione era presente, pur essendogli stata negata la possibilità di interloquire con la leader di FdI, mentre la segretaria del Pd rifiutò l’invito, ndr). Non mi sottraggo certo oggi. Ci sono».
A rifiutare l’invito, invece, è la prima inquilina del Nazareno. «Se la presidente del Consiglio - dice, intervenendo nel corso della trasmissione "Piazzapulita" - vuole un confronto unico con Schlein e Conte allora porti Salvini e facciamo un confronto di coalizione. E se Meloni vuole portare anche Tajani, allora noi portiamo Fratoianni e Bonelli. È scappata, ancora una volta, dal confronto. È assurdo».
Una cosa è certa la strategia, partorita tra le stanze del Nazareno, si rivela un vero e proprio autogol per l’aspirante leader dem, considerando che ha finito con lo spaccare la sola minoranza, considerando che tutti i suoi alleati, a eccezione di Fratoianni, avevano già confermato la propria presenza alla rassegna che si terrà dal 6 al 15 dicembre nei giardini di Castel Sant’Angelo. A<ET>chiudere, d’altronde, la querelle è lo stesso responsabile organizzazione di FdI Giovanni Donzelli: «Dispiace che Schlein anche quest’anno, alla fine, abbia declinato l’invito»
Una cosa è certa, ad aver chiesto un trattamento privilegiato, come sottolineato dai suoi stessi amici di coalizione, è stata la sola Elly, la quale, probabilmente, aveva tentato di sfruttare l’occasione per polarizzare il confronto a suo favore. Schlein, d’altronde, aveva tutto l’interesse a portare l’agorà nazionale su un dibattito a due tra lei e la presidente del Consiglio, escludendo il suo principale rivale Conte.
Se c’è una vincitrice, quindi, è la sola Giorgia che non solo non ha paura di interloquire con l’altra donna della politica nazionale che, ancora una volta, fugge, ma è disponibile a sfidare, in solitaria, entrambi i suoi principali antagonisti.