L'intervista
Marattin: "Qui nel mondo arabo c'è chi condanna l'estremismo palestinese più che in Italia"
È in Medio Oriente con una delegazione di parlamentari di diverse nazioni europee. È passato da Israele a gli Emirati Arabi Uniti, un buon punto di osservazione sul futuro di quell’area. «In questi giorni mi sono accorto che in tanti sono convinti di essere ad un punto cruciale di questa pluridecennale vicenda, e mai come ora servono gli uomini – e le donne – di buona volontà». E non è tutto: «In parte del mondo arabo ci sono posizioni di condanna verso l’estremismo palestinese molto più nette di quelle che abbiamo visto ultimamente in Europa e in Italia». A parlare è il deputato Luigi Marattin, segretario del Partito Liberaldemocratico, in questi mesi voce amica di Israele.
Come si sta muovendo il governo italiano nel ginepraio della politica internazionale?
«In Parlamento ho già affermato che mentre su tante cose siamo distanti, la linea che ha tenuto finora su Ucraina e Gaza è esattamente quella del Partito Liberaldemocratico».
E dall’altra parte, Schlein e la coalizione di sinistra sono affidabili su questi temi?
«Da anni ogni volta che si discute di politica estera, i partiti del campo largo vengono con quattro o cinque risoluzioni diverse, a volte diametralmente opposte le une con le altre. Penso basti a testimoniare che quello schieramento non può al momento esprimere nessuna alternativa credibile di governo».
L’Italia corre il rischio di una nuova ondata antisemita, come la cronaca evidenzia?
«L’antisemitismo è un fiume carsico nella storia italiana e dell’Occidente, ogni tanto riemerge e con particolare forza. Non ho dubbi che siamo in una di queste situazioni. Ma certo non è l’unica- né la prevalente - spiegazione dell’atteggiamento che Italia e Europa hanno avuto in questa vicenda. Conta di più la campagna di disinformazione e l’attitudine alla strumentalizzazione delle questioni internazionali ad uso domestico».
Pensa che qualcuno a casa nostra speri che l’accordo di pace di Trump non regga, magari manifestare ancora?
«Qui in Medio Oriente, sia sul versante israeliano che arabo, ho incontrato solo persone che sperano che regga.
Ma nessuno si nasconde sotto un dito: per implementare il piano Trump serve disarmare Hamas, e non è ancora chiaro chi, quando e come lo farà.
In Italia poi, non ho dubbi che in tanti non vogliano la pace: perderebbero uno straordinario strumento per fomentare radicalismo e antagonismo»