In altre parole

In altre parole, anche Bindi dà ragione a Landini su “cortigiana”. E il sindacalista tira fuori il complotto

Rosa Scognamiglio

Dopo le polemiche dei giorni scorsi, Maurizio Landini prova a mettere un punto fermo sull’offesa sessista rivolta alla premier Giorgia Meloni. Ospite di “In altre parole”, il programma di La7 condotto dal giornalista e scrittore Massimo Gramellini, il segretario generale della Cgil se la gioca sull’equivoco, sostenendo che non vi fosse alcun riferimento al significato letterale del termine “cortigiana”. Rispondendo a una domanda del conduttore se non pensasse a una “donna di facili costumi”, il sindacalista replica così: “Nel modo più assoluto. Anche perché immediatamente, la stessa sera, avevo potuto dire con chiarezza il mio pensiero, spiegare la ragione”. 

 

  

 

“La replica della premier? Guarda caso prima che uscisse la legge di bilancio”

Nel tentativo di giustificare l’uscita infelice, Landini tira in ballo Donald Trump e l’accordo di pace. “Provate a pensare alla scena che abbiamo visto tutti: Trump che firma quel famoso accordo di pace, che in realtà è una tregua, ma non c’erano né gli israeliani né i palestinesi - dice -. Quattro che firmavano e c’era una quantità di capi di governo dietro, che in realtà non hanno firmato niente e fatto nulla, non si capisce perché fossero lì. A me quell’immagine ha dato proprio l’idea del sovrano e una corte di soggetti che non c'entrano nulla”. Il segretario generale della Cgil afferma poi di aver vissuto “come un’offesa, non a me, ma ai milioni di persone che sono scese in piazza e hanno difeso l’onore dell’Italia, le dichiarazioni che sono state fatte contro gli italiani che hanno difeso l’idea di solidarietà e di democrazia”, ma non è chiaro a chi o cosa alluda. Quanto alla replica della premier, Ladini rilancia con nuove accuse: “Singolare che questa cosa qui è avvenuta quarantott’ore dopo, guarda caso prima che uscisse la legge di bilancio, tentando di parlare di altro e descrivere una Cgil che non si occuperebbe dei problemi dei lavoratori”.

 

 

Rosy Bindi: “Usano tutto come arma di distrazione di massa”

Sulla vicenda è intervenuta anche Rosy Bindi che, interpellata dal conduttore, spezza una lancia a favore di Landini: “In quell'occasione non era sbagliata la parola, il concetto era proprio chiaro - afferma -. Io penso che questa parola poteva non essere usata, perché ha il significato che ha, ma condivido il concetto. Io sono sicura che Landini non si riferisse a quello che c’è scritto nel vocabolario”. Bindi si dice “sorpresa” che la presidente del Consiglio “abbia reagito quarantotto ore dopo”. E infine: “Usano tutto come arma di distrazione di massa - insinua -. Gli serve tutto pur di non parlare dei problemi veri e reali del Paese”.