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Soumahoro si ricicla come leader di un partito islamico. L’ultimo caso dell’ex paladino della sinistra
Di Aboubakar Soumahoro ci si ricorda, fino a poco tempo fa, come del deputato entrato a Montecitorio con gli stivali sporchi di fango, simbolo della lotta per i braccianti e dei diritti degli ultimi. Oggi, però, l’immagine è cambiata. E a segnare questa metamorfosi è Silvia Sardone, europarlamentare della Lega, che in un video pubblicato su “Instagram” lancia l’allarme: “Ora Soumahoro si ricicla e diventa leader di un partito islamico”. Il riferimento non è solo alla retorica. C’è un caso politico concreto: Monfalcone, in provincia di Gorizia, dove Soumahoro – con il suo movimento Italia Plurale – ha sostenuto una lista composta quasi interamente da candidati musulmani, 19 su 20, con una sola donna e con nomi legati a realtà associative e culturali islamiche. Il candidato sindaco era Bou Konate, esponente della comunità straniera. Per Sardone è il segnale di un progetto più grande: “Dopo lo scandalo che ha travolto la sua famiglia, ora cerca una nuova strada, quella della rappresentanza politica etnico-religiosa”. E accusa: “Il sogno di Soumahoro è portare un partito islamico in Parlamento”.
Quello di Monfalcone è stato, nei fatti, un laboratorio politico. Il primo in Italia in cui si è presentata una lista quasi esclusivamente composta da cittadini stranieri, fortemente connotata su base religiosa. Durante la campagna elettorale, i toni non erano nascosti: i comizi si aprivano con il saluto arabo “salam aleikum”, si parlava apertamente di identità musulmana, e lo stesso Soumahoro ha partecipato ad eventi dove il richiamo all’Islam era esplicito. Ma l’esperimento, almeno alle urne, non ha sfondato: la lista ha raccolto appena 2,94% dei consensi, pari a 343 voti. Una débâcle netta, soprattutto se confrontata con il trionfo del centrodestra – 70,87% - che ha confermato Anna Maria Cisint come sindaca, con una linea molto ferma sull’immigrazione e sull’integrazione, spesso criticata dalle stesse associazioni che sostengono Soumahoro.
Nonostante la sconfitta, il caso ha acceso i riflettori su un fenomeno che molti nel centrodestra vedono come un pericoloso precedente: la creazione di liste basate su appartenenze religiose, in particolare islamiche, come veicolo politico. Il “nuovo corso” politico di Soumahoro non si ferma però al piano locale. A fine febbraio ha depositato alla Camera una proposta di legge per rendere festivo a livello nazionale l’Eid al-Fitr, la ricorrenza che segna la fine del Ramadan. In parallelo ha lanciato anche una petizione popolare, intitolata “Un passo insieme – Eid per la convivenza”. La motivazione, secondo Soumahoro, è culturale e costituzionale. “In Italia vivono circa tre milioni di musulmani, di cui almeno un milione e mezzo sono cittadini italiani. Riconoscere la loro festa religiosa come giornata civile nazionale significa rafforzare il principio di uguaglianza tra tutte le confessioni”, ha affermato. Una proposta che, però, ha acceso immediatamente le polemiche. Sardone l’ha definita “l’ennesimo inchino all’Islam da parte della sinistra”. Anche molti commenti online hanno espresso preoccupazione: “Partito islamico? Pericoloso precedente, va contro le leggi italiane!”, scrive un utente. Un altro aggiunge: “Sarà meglio che il governo metta dei paletti a queste pericolose iniziative”. Per i critici, la proposta non è solo una questione di calendario: è il tentativo di introdurre elementi simbolici islamici nello spazio pubblico nazionale, cambiando la narrazione culturale dell’identità italiana.
In tutto questo, non va dimenticato il contesto personale e giudiziario che accompagna Soumahoro. La moglie, la suocera e alcuni parenti sono attualmente rinviati a giudizio perché accusati di reati gravi legati alla gestione delle cooperative Karibu e Consorzio Aid, che si occupavano di accoglienza migranti. Le accuse parlano di presunta bancarotta fraudolenta, frode fiscale, autoriciclaggio e gestione clientelare delle strutture. Secondo la Procura, i fondi pubblici sarebbero stati usati in modo irregolare, mentre gli stipendi agli operatori sarebbero spesso saltati, con le condizioni degli ospiti che lasciavano a desiderare. Soumahoro, pur non indagato, si è trovato travolto mediaticamente dal caso, tanto da finire in numerosi talk show e articoli polemici. Per Sardone e altri esponenti del centrodestra, questo passaggio dal sociale al religioso serve a riposizionarsi politicamente, dopo la perdita di credibilità subita a seguito dello scandalo. Dietro questa vicenda si nasconde un nodo più ampio: il rapporto tra religione e politica, e in particolare tra Islam e rappresentanza istituzionale. La Costituzione italiana garantisce libertà di culto e pari diritti per tutti i cittadini, ma stabilisce anche che lo Stato è laico e che le forze politiche devono rimanere distinte da finalità religiose.