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Meloni, le lodi dell'ambasciatore Usa in Italia: “Leader forte, un grande vantaggio per il Paese”

Foto: Lapresse

Ignazio Riccio
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Arrivato a Roma nel maggio scorso, Tilman Fertitta, imprenditore miliardario e figura di spicco dell’élite economica americana, è oggi il volto della diplomazia statunitense in Italia. Con alle spalle un impero da oltre 11 miliardi di dollari, costruito attraverso catene di ristoranti, alberghi di lusso, casinò e la proprietà degli Houston Rockets, squadra NBA di Houston, Fertitta ha temporaneamente lasciato il mondo degli affari per rappresentare il governo americano, portando a Villa Taverna un mix inedito di pragmatismo, visione imprenditoriale e legami politici solidi, in particolare con Donald Trump. Durante l’estate ha dedicato tempo a conoscere la politica italiana, a stabilire relazioni con i leader della coalizione di governo e a rinnovare la storica residenza diplomatica a Roma. Ora, entrato pienamente nel vivo della sua attività diplomatica, Fertitta si prepara a una maggiore esposizione mediatica. Le sue prime uscite pubbliche sono riservate alla stampa nazionale, a partire dal Corriere della Sera e dal TG1. Il suo arrivo in Italia coincide con un periodo delicato nei rapporti transatlantici, segnati dalle tensioni tra l’amministrazione Trump e alcuni alleati storici degli Stati Uniti, tra cui l’Unione Europea. Fertitta, però, minimizza i toni usati in passato da Trump: “Conosco bene il presidente – afferma – e so quanto tenga ai nostri alleati europei. È un negoziatore, e come ogni uomo d’affari vuole equilibrio: se i dazi esistono, devono valere in entrambe le direzioni. Non c’è ostilità, solo la volontà di avere rapporti commerciali equi”.

 

 

Fertitta difende anche la posizione dell’ex presidente sul conflitto in Ucraina, sostenendo che Trump sia stato tra i più determinati a cercare una via diplomatica per fermare la guerra. “Vuole evitare spargimenti di sangue, ma al tempo stesso riconosce la gravità di lasciare che una potenza straniera occupi una nazione sovrana. La sua richiesta è che l’Europa faccia la sua parte, come gli Stati Uniti stanno facendo”, dice. Il legame con il Vecchio Continente è forte secondo Fertitta, non solo per ragioni politiche, ma anche personali. “Trump ha radici familiari europee. L’Italia è uno dei Paesi che ama di più, anche per la sua leadership attuale. Apprezza profondamente Giorgia Meloni”, rivela. L’imprenditore non nasconde la sua stima per la presidente del Consiglio, che definisce “rapida nell’apprendere, determinata, attenta sia agli interessi nazionali sia agli equilibri europei e atlantici”. E aggiunge: “Parlo spesso con Meloni. Ho anche incontrato più volte Salvini e Tajani. L’Italia ha la fortuna di avere leader capaci e concreti, ma anche cortesi. L’Italia ha un leader forte in Giorgia Meloni. Credo sia per voi un enorme vantaggio. È per questo che l’Italia è coinvolta in tanti affari mondiali, anche al di là dei temi europei. E, come le dicevo, Trump lo apprezza. Oggi l’Italia non ha un amico migliore del nostro presidente. E penso che Trump non abbia amici migliori della Meloni e della Repubblica Italiana”. Sul piano geopolitico, l’ambasciatore segnala l’importanza crescente del Mediterraneo, avvertendo sui rischi legati all’espansione dell’influenza russa in Libia e Nord Africa. “Mosca – conferma – si sta spostando verso aree strategiche. È un peccato, perché la Russia ha dato tanto all’America. Ma ora la consideriamo un avversario. Dobbiamo tenere alta l’attenzione sul Mediterraneo”.

 

 

 

L’ambasciatore commenta anche i recenti episodi di violenza politica negli Stati Uniti, come l’assassinio di Charlie Kirk, che ha riacceso l’allarme per la radicalizzazione. “L’America sa come reagire e ritrovare unità. Ma la rete sociale ha alimentato l’odio. Finché le persone continueranno a sfogarsi online, il problema resterà”. Fertitta evidenzia come l’equilibrio tra le parti politiche sia messo a rischio anche da una gestione imparziale delle piattaforme digitali. “Per anni – asserisce – Internet non ha trattato tutte le idee allo stesso modo. È ora di tornare ai principi costituzionali”. Uno dei temi più cari al nuovo ambasciatore è naturalmente lo sviluppo economico. Con uno sguardo da imprenditore, Fertitta intravede nell’Italia una grande opportunità per diventare un polo strategico europeo in ambito tecnologico. “Stanno nascendo hub digitali importanti – sottolinea – anche il più grande data center del Continente. Ma serve un ambiente più favorevole agli investimenti. La digital tax, per esempio, dovrebbe essere rivista”. Il suo approccio, racconta, è lo stesso che lo ha reso uno degli uomini più ricchi d’America. Autore di un libro-manifesto intitolato “Shut Up and Listen” (in italiano: “Zitti e ascoltate”), Fertitta sostiene che i principi del successo non valgono solo per le persone, ma anche per i Paesi. “L’Italia ha ora l’occasione di diventare una vera leader in Europa. Servono meno ostacoli alla crescita e più sostegno allo spirito imprenditoriale”, commenta. Il legame con l’Italia è anche familiare. Il bisnonno di Fertitta, originario di Cefalù, emigrò negli Stati Uniti nel 1887. “Negli ultimi quindici anni ho visitato l’Italia moltissime volte. Amo questo Paese. È l’unico per il quale sarei stato disposto a lasciare, anche solo per qualche anno, la mia vita in Texas”, confessa a sorpresa. Non manca un accenno allo sport, altro suo grande amore. Proprietario degli Houston Rockets, Fertitta osserva con interesse il crescente coinvolgimento di capitali americani nel calcio italiano. “In America possedere una squadra è come ricevere un titolo nobiliare. Ma per far crescere il sistema servono riforme: più solidità economica, maggiore professionalità nella gestione dei club. Il calcio europeo ha un potenziale enorme, ma il modello americano può aiutare a rafforzarlo”. E, naturalmente, non poteva mancare un cenno alla ristorazione, il settore che ha fatto decollare la sua fortuna. “Mio padre aveva un ristorante di pesce a Galveston, in Texas. Ho cominciato lì, poi ho investito nel mattone, ma la vera svolta è arrivata quando ho deciso di costruire e gestire direttamente ristoranti. L’Italia? È il posto perfetto per chi ama mangiare bene. Non potevo scegliere una destinazione migliore”. Con uno stile diretto, pragmatico, a tratti sorprendentemente informale per un diplomatico, Tilman Fertitta si presenta come un ambasciatore atipico, ma determinato. La sua missione va oltre i protocolli: vuole rafforzare i legami tra Italia e Stati Uniti puntando sul business, sull’innovazione e su un’amicizia politica che – nei suoi occhi – ha radici profonde e un futuro promettente.

 

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