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Manifesti vietati a Roma, Salvini: "Censura allucinante". E il caso finisce in Procura
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Il caso dei manifesti della Lega finisce in Procura. "Ritengo allucinante la censura nei confronti di una libera espressione, io vado in giro per Roma o per Milano, vedo manifesti che inneggiano al comunismo, idee lontanissime da me, ma mai nella vita, da amministratore pubblico, mi permetterei di strappare o imbavagliare qualcuno", ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Matteo Salvini, a margine della riunione del consiglio di amministrazione Stretto di Messina Spa. "Che il Comune di Roma, con tutti i problemi che segnalano i cittadini, strappi dei manifesti che parlano di occupazioni abusive delle case o di borseggiatori in metro è veramente imbarazzante" ha aggiunto, "ovviamente abbiamo segnalato in procura quanto di dovere, abbiamo pagato regolarmente quei manifesti, il Comune di Roma inventa razzismo dove non c'è, andassero a sgombrare le case occupate abusivamente, penso che il sindaco di Roma può occuparsi di tanti problemi della città senza andare in giro a far strappare manifesti".