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Metsola e il mea culpa Ue: "La priorità non sono i tappi attaccati alle bottiglie"

Pietro De Leo

Una riscrittura di status, obiettivi e modalità d’azione dell’Unione è tema centrale, nel momento in cui la partita è cambiata sul campo della geopolitica e del mercato globali. Ciò è stato affrontato anche dalla Presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, intervenendo all’Assemblea di Confindustria a Bologna. Che ha puntato il dito sul gigantismo normativo dell’Unione, auspicando «un’Europa dove le storie di successo e non i tappi attaccati alle bottiglie di plastica sono il simbolo delle priorità europee». Lo slancio della presidente dell’Europarlamento, esponente del PPE, è verso «un’Europa che non frena, che rischia e innova, ma lo sostiene. Un’Europa più flessibile. Un’Europa che rimette al centro l’economia reale, che sblocca gli investimenti privati e costruisce un mercato dei capitali davvero integrato»..

Nel corso del suo intervento, la numero uno dell’emiciclo comunitario ha ricordato la centralità dell’Italia, e il confronto evidentemente virtuoso con il governo. A partire dalla sottolineatura del ruolo della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Vorrei rivolgere un riconoscimento speciale alla sua leadership», osserva Metsola, «su questi temi: per aver contribuito a mantenere l'Italia al centro delle decisioni europee, e per aver insistito su soluzioni costruttive. E, non meno importante, per la sua amicizia e franchezza». 
Altro passaggio rilevante, Metsola lo dedica al ministro degli Esteri Antonio Tajani, segretartio di Forza Italia che è colonna della famiglia popolare, e alla sua consolidata esperienza nelle istituzioni comunitarie: «un’Europa forte è un’Europa influente. Che sa farsi rispettare. Che non guarda al mondo con paura, capace di cogliere le opportunità e di inseguirle con determinazione. Me lo ha insegnato per primo Antonio Tajani», ha sottolineato.

  

Altro argomento forte, quello della sicurezza, che è al centro della svolta politico-normativa dell’Unione. «Senza sicurezza, non c'è nulla. Per troppo tempo abbiamo guardato fuori dai nostri confini per garantire la nostra sicurezza e il nostro stile di vita. Quella mentalità è finita. Oggi, ogni Stato membro ha compreso che, per permettere all'Europa di controllare il proprio destino, dobbiamo essere in grado di agire in un mondo più instabile e pericoloso di prima. L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ce lo ha ricordato in modo brutale». Tutto questo avviene in una giornata in cui è stato compiuto un passo ulteriore di sganciamento da quella visione ideologica sulle politiche ambientali che aveva contrassegnato il quinquennio precedente, con la gestione e del socialista Timmermans del dossier green.

Il consiglio UE, infatti, ha approvato la modifica al regolamento sulle normative che riguardano le emissioni di Co2 per autovetture e furgoni nuovi. Questa modifica è finalizzata a garantire alle case automobilistiche più flessibilità per raggiungere gli obiettivi per il 2025. Hanno votato a favore tutti gli Stati eccetto l’astensione di Belgio e Svezia (i Paesi nordici, infatti, sono tradizionalmente più dogmatici sulle questioni ambientali). Si tratta di una istanza che più volte è stata promossa dalle forze di centrodestra dal PPE ai Conservatori fino ai Patrioti e Sovranisti.