il caso

Dossieraggio, la richiesta di Meloni: "Bisogna andare fino in fondo"

Per il momento nessuna commissione di inchiesta ad hoc, perché bisogna sì «arrivare fino in fondo» ma prima occorre lasciare lavorare la commissione Antimafia. La premier Giorgia Meloni torna a parlare della vicenda del presunto dossieraggio su cui indaga la procura di Perugia, confermando lo stop all’idea lanciata dal Guardasigilli Carlo Nordio e condivisa anche da una parte della sua maggioranza, lato Lega. E la stessa Antimafia, guidata dalla presidente FdI Chiara Colosimo, non perde tempo e mette in lista i nomi per le prossime audizioni: i partiti hanno chiesto di sentire tra gli altri proprio Nordio e il ministro della Difesa Crosetto, ma non l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho (oggi componenete della stessa commissione) o l’ex premier Matteo Renzi. «Penso che oggi sta lavorando la commissione Antimafia, che ha poteri di inchiesta. Credo che bisogna vedere dove riesce e poi valutare se c’è bisogno di qualcos’altro», spiega Meloni, ma «il punto è che bisogna arrivare fino in fondo perché quello che sta emergendo è obiettivamente incredibile e vergognoso per uno stato di diritto».

Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, non rilancia la commissione ad hoc ma ribadisce che «sia diritto di tutti gli italiani sapere se c’era un sistema marcio, chi pagava e chi incassava per spiare qualcun altro». In Antimafia, intanto, entrerà anche il capogruppo di FI al senato Maurizio Gasparri, secondo il quale la commissione «deve agire con immediatezza in modo che non si perda tempo. Poi verrà il tempo di altre commissioni ma intanto quella è la sede che può operare a partire dalle prossime ore», aggiunge, continuando a ritenere «inopportuna la partecipazione alla commissione di »Cafiero De Raho, per il quale vediamo un conflitto d’interesse grande come una casa«. La commissione Antimafia comunque è già al lavoro. Oggi si è riunito l’ufficio di presidenza a Palazzo San Macuto, che ha esaminato le richieste di audizione. Per il momento sono state calendarizzate solo le prossime di Andrea De Gennaro, comandante generale della Guardia di Finanza; Michele Carbone, direttore della Direzione investigativa antimafia (Dia); Enzo Serata, direttore dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) di Banca d’Italia. Ma in lista figurano anche il ministro Crosetto, autore dell’esposto da cui è partita l’inchiesta, e il Guardasigilli Nordio. Non invece De Raho, come detto, perché - a quanto viene spiegato - non esistono precedenti di audizione di un componente della stessa commissione e non se ne vogliono creare. La bicamerale potrebbe poi ascoltare anche l’editore del Domani Carlo De Benedetti e il giornalista Emiliano Fittipaldi, nonché i rappresentanti dell’Ordine dei giornalisti e della Federazione nazionale della stampa italiana. Nessuno degli indagati dalla procura di Perugia, secondo quanto apprende LaPresse, figura invece nell’elenco delle richieste di audizione, perché la volontà dei commissari - a quanto filtra - sarebbe quella di non sovrapporsi in alcun modo con le indagini. Nell’elenco c’è invece Giovanni Russo, coordinatore dell’ufficio di Pasquale Striano all’epoca dei fatti e attualmente capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.