a muso duro

Pd, De Micheli porta avanti la linea anti-Schlein: rischio di un partito personale

Il rischio se Elly Schlein corre alle elezioni Europee di giugno? «Un partito personale che penalizza le donne». A parlare così, in un’intervista al Corriere della Sera, è Paola De Micheli, deputata del Partito democratico. L’ex ministra spiega il proprio punto di vista: «Capisco chi pensa che possa essere un bene che Schlein si candidi per Bruxelles. Si punta sul traino vincente della segretaria. Ma le controindicazioni per questa operazione sono diverse. Prima di tutto l’effetto che inevitabilmente genererebbe sulla corsa delle altre candidate. La segretaria capolista dovrebbe lasciare il posto al secondo, un uomo, per via dell’alternanza». Però alle elezioni europee le preferenze in lista sono tre e la terza quindi sarebbe una donna... «Solo una percentuale minima di elettori esprime poi davvero la terza preferenza», sottolinea l’onorevole dem, perché «le Europee sono le uniche elezioni dove le preferenze sono tre. Alle Comunali e alle Regionali sono due», prosegue De Micheli. Quindi «gli elettori sono più abituati alle due preferenze. E poi c’è da rilevare che già a esprimere la seconda preferenza sono davvero in pochi. Ricordo che successe così quando alle elezioni del 2022 mi sono candidata a Piacenza». 

 

  

 

Un’altra controindicazione è che «una candidatura della segretaria porterebbe il resto del partito a impegnarsi con poco entusiasmo nella competizione elettorale. C’è invece bisogno di tutte le forze in campo, in un impegno collettivo a ogni livello di tutte e di tutti». E, conclude, «non dobbiamo essere identificati come il partito del leader. C’è già il partito di Giorgia Meloni per questo». De Micheli ha anche ricordato il Pd retto da Matteo Renzi, che da segretario dem non si candidò: «Con Schlein ci sarebbe un’anomalia. Sarebbe la prima segretaria a candidarsi». Acque agitate in seno al Nazareno.