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Meloni, anche Violante sbugiarda la sinistra: estranea al fascismo

Una pagina chiusa definitivamente, nonostante i veleni della sinistra. È destinata a far discutere l'intervista di Luciano Violante al Corriere della Sera alla vigilia del 25 aprile. Insomma, c'è nessuna ambiguità da parte della premier Giorgia Meloni che è "estranea al fascismo", sottolinea l'ex presidente della Camera, autorevole esponente dem. 

"Nel Dopoguerra tutti i leader politici, compreso Almirante, si impegnarono positivamente per costruire un nuovo rapporto tra lo Stato e masse popolari che non avevano mai conosciuto la democrazia. Giorgia Meloni è estranea al fascismo; sta lavorando per costruire un partito conservatore italiano. Non sarà mai il mio partito, ma spero che ci riesca", dichiara Violante. La premier "supererà le nostalgie retrograde esistenti a destra, e a sinistra, spero, ci si dovrà decidere a costruire un grande partito riformatore. Deve tenere unito il proprio elettorato, allontanare gli estremisti e costruire un futuro privo di nostalgie, di razzismi, di ignoranze. È un compito difficile, ma esistono le condizioni soggettive e oggettive perché il progetto riesca".

  

"Credo -aggiunge- che solo pochi patetici nostalgici vogliano difendere il fascismo. Credo che quella pagina sia chiusa definitivamente. Sono i comportamenti inadeguati di poche persone, con responsabilità istituzionali, che danneggiano la credibilità dell’Italia e vengono utilizzate dai nostri competitori sulla scena internazionale. Dovrebbero rendersene conto". "Il problema italiano sta oggi nei rigurgiti di razzismo, antisemitismo, di violenza sui più deboli. Bisogna combattere questi sentimenti chiamandoli con il proprio nome. Parlare di fascismo -conclude Violante- non è sbagliato, ma alimenta un conflitto puramente ideologico che ci allontana dai fatti e non ci permette di contrastare efficacemente queste degenerazioni".