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Chi fa parte di Azione e Italia Viva, esplode la lite e il Terzo polo rischia di saltare

Christian Campigli

Le bomboniere, il catering, i vestiti. Persino gli invitati sono ormai prossimi ad arrivare. Peccato che il matrimonio, annunciato da mesi, rischi di saltare proprio all'ultimo minuto. Azione ed Italia Viva sono ad un passo dalla rottura. “L'unico problema dirimente oggi per la costruzione del partito unico dei liberal-democratici è che Renzi non vuole prendere l'impegno a sciogliere Italia Viva e a finanziare il nuovo soggetto e le campagne elettorali”.

Parole di fuoco, quelle riportate questa mattina dall'agenzia di stampa Ansa e pronunciate da un alto dirigente di Azione, che ha commentato i retroscena delle ultime ore. “Inaccettabili i tatticismi durati mesi dell'ex premier. La pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita. In settimana si capirà se questo nodo si potrà sciogliere. Se così non sarà il partito unico non potrà nascere”.

  

In pochi minuti esce la risposta di Italia Viva. “La verità? La verità è che Calenda ha paura di perdere il congresso. Ora basta, sono 10 giorni che ci menano”, spiega un parlamentare di Iv all'agenzia di stampa AdnKronos. Un'escalation iniziata con l'annuncio dell'ex premier del suo nuovo incarico di direttore del Riformista. Un dirigente di Italia Viva, uno di quelli che più si è impegnato per la formazione della nuova casa dei centristi, suggerisce la propria versione. “Le tensioni di queste ore? Purtroppo sono indotte, suggerite dal nuovo Pd. Quando due si alleano, c'è sempre un terzo che cerca di sabotare quell'accordo”.

Visioni politiche, tattiche ma anche relative ai soldi. “A differenza di quanto sussurrato da veline anonime, giova ricordare che Italia Viva ha contribuito in modo paritetico rispetto ad Azione a tutte le campagne elettorali del terzo polo, dalle politiche alle regionali del Friuli Venezia Giulia – ha ricordato Francesco Bonifazi, tesoriere di Italia Viva - La scelta di come destinare i soldi è stata presa dal senatore Carlo Calenda che ha optato nella stragrande maggioranza dei casi per affissioni recanti il suo volto e il suo nome”. Una polemica divampata nel corso di tutta la mattina, sulla quale prova a gettare acqua sul fuoco lo stesso Carlo Calenda. “Per quanto concerne Azione la prospettiva di un partito dei liberal-democratici aperto e inclusivo resta l’unica utile al paese. Va perseguita seriamente e rapidamente con i soggetti realmente interessati. Polemiche da cortile non ci interessano e non vi prenderemo parte”.