scandalo migranti

Caso Soumahoro, per la suocera anche la truffa aggravata

Dario Martini

Si aggrava la posizione della suocera di Aboubakar Soumahoro coinvolta nell’inchiesta della Procura di Latina sulla gestione di due cooperative attive nell’accoglienza dei migranti. A Marie Therese Mukamitsindo, già indagata per malversazioni, vengono contestate anche altre due ipotesi di reato: truffa aggravata e false fatturazioni.

Le indagini sono delegate alla Guardia di Finanza e riguardano l’impiego dei fondi erogati dallo Stato e dagli enti pubblici, i rapporti con l’Erario e quelli con i dipendenti. La madre della moglie del parlamentare di Verdi e Sinistra italiana è l’unica iscritta nel registro degli indagati. Lo scandalo delle due cooperative (la Karibu di cui Mukamitsindo è amministratrice, e il Consorzio Aid di cui è consigliera) è stato sollevato dal sindacato Uiltucs di Latina, in particolare dal segretario Gianfranco Cartisano, il quale ha raccolto le segnalazioni di 26 lavoratori che denunciavano il mancato pagamento degli stipendi, che inizialmente ammontava a circa 400mila euro. Per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi pubblici, gli inquirenti vogliono capire se siano stati utilizzati in modo corretto, per assistere i migranti, o se invece ci sia stato un possibile uso personale. Dal 2004 ad oggi la Karibu ha ricevuto 62 milioni di euro per portare avanti 23 progetti. Gli ultimi fondi sono quelli stanziati dalla Regione Lazio a giugno scorso per l’integrazione dei profughi ucraini: 557mila euro da divere tra Karibu e Consorzio Aid.

  

Nell’unica intervista rilasciata fino ad oggi, Soumahoro ha raccontato che la moglie Liliane Murekatete, ex presidente della Karibu, lo aveva messo al corrente solo degli stipendi non pagati. E di non essere mai stato a conoscenza di altre criticità. Il deputato ha anche rivendicato il «diritto all’eleganza» della consorte, abituata a sfoggiare abiti e accessori di lusso. Una frase mal digerita dal leader dei Verdi Angelo Bonelli: «Ha utilizzato un’espressione inopportuna. E comunque se mi fossi trovato in questa situazione avrei informato di eventuali problematicità di tipo politico prima della candidatura».

Ieri gli ispettori del Ministero hanno fatto un nuovo sopralluogo nella sede delle due coop a Latina. E oggi, sempre nel capoluogo pontino, è previsto l’incontro all’Ispettorato territoriale del lavoro tra la suocera di Soumahoro e due lavoratori che hanno denunciato di essere stati impiegati in nero. Sono entrambi marocchini, Youssef Kadmiri impiegato per due anni, e Mohamed El Motarajji che ha prestato servizio alla coop per 6 mesi. Si tenterà una conciliazione anche per un’operatrice sociale che rivendica 22 mensilità di stipendio arretrate.

Cartisano fa notare che «oltre al diritto alla moda ci dovrebbe essere anche il dovere di pagare il salario». «Oggi il prezzo più alto lo stanno pagando solo i lavoratori - aggiunge il sindacalista - la Uiltucs Latina ricorda che affermazioni come quelle del deputato sono offese gravi a queste famiglie pontine che stanno constatando come tutti abbiano percepito risorse economiche mentre i lavoratori che hanno fatto la vera accoglienza sono rimasti senza salari. È urgente cambiare passo, il prefetto deve convocare le parti e i soggetti che hanno attivato i progetti».