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Manovra di bilancio, Fazzolari rivela le priorità: dedicata al caro bollette

Riflettori sulla manovra di bilancio. Il sottosegretario all'Attuazione del programma, Giovanbattista Fazzolari, descrive quali saranno le direzioni che seguirà la prossima Finanziaria: Iva, caro bollette e modifiche al Reddito di cittadinanza. Sono queste le priorità che, in questi giorni, sono sul tavolo del governo Meloni. La legge di Bilancio sarà «sincera. Senza specchietti per le allodole». Lo afferma il sottosegretario all’Attuazione del programma, Giovanbattista Fazzolari, in un’intervista al "Corriere della Sera". «È possibile che non ci sia» la riduzione dell’Iva su pane e latte perché «incide poco. Si rischia che non ne benefici il consumatore». «Il governo - spiega Fazzolari - si è impegnato ad attuare il programma nell’arco della legislatura. Non abbiamo l’ambizione di realizzarlo tutto nella legge di Bilancio che abbiamo dovuto approntare in due mesi e dedicare soprattutto al caro bollette e sostegno a famiglie e imprese».

Nelle riunioni della maggioranza «ci sono state zero tensioni e zero fibrillazioni. Si valuta, si parla, tutti insieme. E non ci sono differenze di vedute. Siamo tutti per la semplificazione e per gli incentivi per assumere i giovani. Non è detto che la legge di Bilancio sia la sede giusta per inserire una riforma così complessa. Ma non mancheranno occasioni», ha aggiunto Fazzolari, che sul cuneo fiscale osserva: «Andrà tutto a sostegno del lavoratore. Non era stato rifinanziato. Noi lo manteniamo con un impegno da 3,5 miliardi. E in più tentiamo un ulteriore intervento sui redditi più bassi».

  

 

 

 

Per le famiglie «c’è un incremento mirato dell’assegno unico familiare, un intervento sui congedi parentali e la diminuzione dell’Iva su prodotti di prima infanzia». Fazzolari aggiunge che «ci siamo schierati contro il Reddito di cittadinanza per primi, già dalle precedenti elezioni. Ci hanno votato anche per questo. E quindi vogliamo intervenire nonostante le facili critiche». Dunque «per chi ha tra i 18 e i 59 anni ed è abile al lavoro sarà interrotto. Ma non subito. Nel 2023 ci sarà una fase transitoria che continuerà a garantire per diversi mesi l’assegno a tutti (anche nella versione grillina non era a vita ma con una scadenza)». L’aiuto «resterà per chi non è in grado di lavorare. Per gli altri si utilizzeranno meglio le risorse del Fondo sociale europeo».