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Primo inciucio Pd-M5s. Denuncia di Renzi: vogliono tagliare fuori il Terzo polo

«C'è un accordo blindato tra Pd e M5S. Ne sono sicuro». Matteo Renzi denuncia il primo inciucio tra Letta e Conte volto ad escludere il Terzo polo dalle cariche istituzionali che di prassi spettano all'opposizione. Si tratta dei quattro vicepresidenti (due alla Camera e due al Senato) e dei due questori (uno a Montecitorio e uno a Palazzo Madama).

 

  

Il leader di Italia viva lo definisce un fatto «gravissimo», senza precedenti. Il senatore fiorentino si sfoga con i cronisti mentre attraversa l'atrio vicino alla sala Nassirya, dove si svolge la registrazione degli eletti. Renzi non si è ancora accreditato. Lo farà oggi, quando potrà fare anche le fotografie, visto che ieri era vestito in modo informale, con giacca scura e pantaloni color tortora. È un fiume in piena: «Pd e M5S cominciano il loro amoroso connubio violando i diritti della terza opposizione, lo trovo controproducente per loro e di una inaudita gravità istituzionale e quindi auspico non accada». Il leader di Iv entra nello specifico: «Le cariche in questione sono tre alla Camera e tre al Senato, più il Copasir.

La settimana prossima si eleggono i primi sei, due vicepresidenti alla Camera, due vicepresidenti al Senato e un questore per ciascuna delle due Camere. Questo è il regolamento, poi c'è la regola non scritta che ogni forza dell'opposizione sia rappresentata. Tant' è che nel 2013 il Pd mise i suoi a votare Luigi Di Maio». Se ciò accadesse «nei giorni successivi partirà una polemica, perché così si ledono i diritti di una forza di opposizione. Allora chiederemo il Copasir».

Renzi affronta anche il tema dei capigruppo. Innanzitutto ricorda che la vera parità di genere in queste elezioni è stata assicurata dal Terzo polo e non dal Pd. Iv e Azione, infatti, hanno eletto il 46% di donne, i dem solo il 29%. Quindi, spiega il senatore, il capogruppo alla Camera sarà di Azione e quello al Senato di Italia viva. E se c'è un uomo alla Camera ci sarà una donna al Senato». L'accordo prevede che Matteo Richetti guidi i deputati e Raffaella Paita sia la presidente dei senatori.

 

Intanto, l'alleato numero uno di Renzi, ovvero Carlo Calenda, annuncia che oggi alle 18,30 sarà davanti all'ambasciata russa a Roma, a Castro Pretorio, in sostegno all'Ucraina. «Invito tutti a mobilitarsi - dice Verità e pace, non resa degli ucraini». Al sit-in, organizzato da alcune associazioni (Base Italia, LiberiOltre, Comitato Giovani per l'Ucraina), sarà presente anche il segretario del Pd, Enrico Letta. Ma, soprattutto, Calenda troverà la sua ex alleata Emma Bonino. Quella di oggi sarà la prima volta che Calenda e Bonino si ritrovano faccia a faccia dopo una campagna elettorale in cui se le sono dette di tutti i colori. La leader di +Europa non ce l'ha fatta ad entrare in Parlamento dal momento che il suo partito non ha superato la soglia di sbarramento del 3%. Avrebbe potuto farcela se Calenda non si fosse presentato nel suo stesso collegio uninominale, quello di Roma centro, sottraendogli voti preziosi che hanno spianato la strada a Lavinia Mennuni di FdI.