verso il voto

"Draghi al governo fino al 2023". La variabile che terremota la politica italiana

Mario Draghi potrebbe essere ancora alla guida del governo nei primi giorni del 2023. E' l'effetto clamoroso che potrebbe avere il ricorso d'urgenza presentato dai legali della lista "Referendum e Democrazia con Cappato" dopo l'esclusione alle prossime elezioni. Il giudice della prima sezione civile del tribunale di Milano, Andrea Borrelli, si è riservato al termine dell'udienza "cartolare" in cui ha ricevuto le note delle parti. Da fonti giudiziarie trapela che una decisione sarà presa comunque prima del voto. Cioè prima del 25 settembre.

  

Il ricorso, depositato il 2 settembre scorso, mira a ottenere la riammissione della lista e il riconoscimento della validità della firma digitale. Non solo: nel procedimento è stato anche chiesto di sollevare una questione di legittimità costituzionale, "per la palese irragionevolezza del presunto divieto di presentazione in forma elettronica di liste in occasione delle elezioni, laddove, da più di un anno la stessa identica procedura è ammessa invece per iniziative di un valore costituzionale altrettanto rilevante e cioè per le iniziative referendarie e le iniziative di legge popolare. Si tratterebbe - secondo l'avvocato Giovanni Guzzetta, legale difensore della lista - di una violazione, flagrante e paradossale, dell'articolo 3 della Costituzione".

Il 16 settembre il governo si era costituito contro l’ammissione della lista Cappato sostenendo - nella memoria depositata dall’avvocato dello Stato a nome del governo - come "il provvedimento cautelare auspicato dai ricorrenti imporrebbe di differire lo svolgimento delle elezioni".

Ed è proprio qui che sta l'inghippo. Perché con la sua decisione il governo svela quanto sia concreto il rischio di un rinvio del voto. Se il ricorso di Cappato fosse approvato, in pratica, bisognerebbe ripartire daccapo. Il ché vorrebbe dire elezioni presumibilmente a novembre e formazione del nuovo governo a ridosso di Capodanno, Ma a quel punto sarebbe l'esecutivo uscente a doversi occupare della finanziaria. Una situazione che, paradossalmente, potrebbe non dispiacere troppo al centrodestra. Ma di certo non fa felice Draghi. Che, infatti, con Palazzo Chigi si è costituito contro il ricorso di Cappato. A breve gli sviluppi.