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Il Pd perde Dario Stefàno, il senatore lascia Enrico Letta: "Troppi errori"

Completato il primo adempimento di deposito di simboli, programmi e dichiarazioni di apparentamento, ora i partiti sono concentrati per la formazione delle liste. A Ferragosto dovrebbe svolgersi la direzione del Partito democratico, convocata dal segretario Enrico Letta alle 11, ma diverse voci "ipotizzano" uno slittamento di un giorno, forse due.

Al Nazareno si starebbe ancora discutendo e il processo dell'assegnazione dei collegi deve riuscire a mettere d'accordo le richieste interne al partito con gli accordi presi con gli alleati di coalizione. Un clima "frizzante" che ha registrato la prima porta sbattuta.

  

Dario Stefàno, in un post sui social al vetriolo, ha infatti lasciato i dem accusando il partito di aver commesso una "serie di errori di valutazione che sta continuando ad inanellare". "Ho deciso di non candidarmi con questo Partito Democratico alle prossime elezioni parlamentari e di consegnare al segretario Letta la tessera" scrive. "Lo stesso segretario che, solo qualche mese fa, mi ha chiesto di rimuovere la mia auto sospensione dal PD, pur avendo condiviso appieno le ragioni che avevano portato a quella scelta".

 

Tra conferme e uscite di scena - più o meno consensuali - (tra i nomi ormai confermati ci sono Elly Schlein, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carlo Cottarelli), sembrerebbe chiusa la partita per il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che correrà nel proporzionale, collegio Lazio 1. Ancora da decidere se alla Camera o al Senato. Sotto l'ala della lista 'Democratici e progressisti', certa ormai la presenza dei big Roberto Speranza, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, mentre fanno discutere le probabili collocazioni di Federico D'Incà (Veneto) e Davide Crippa (Campania).