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Fausto Bertinotti svela la verità sull’accordo Letta-Calenda: “Spostamento drastico a destra. Inquietante”

Fausto Bertinotti, ex numero uno di Rifondazione Comunista, è stato intervistato da Affari Italiani per parlare dell’attuale situazione politica in vista delle elezioni del 25 settembre. In particolare Bertinotti si concentra sulle alleanze e le frizioni interne alla sinistra: “Dalle divisioni possono anche nascere progetti vincenti, come dimostrano le esperienze di Mélenchon in Francia e Podemos in Spagna. È una falsa notizia affermare che ogni rottura sia portatrice di disgrazia. L'accordo tra il Pd di Enrico Letta e Carlo Calenda sposta in maniera drastica verso destra l'asse della politica del centrosinistra italiano. È un accordo che definirei inquietante, senza nemmeno metterci troppa enfasi. Il problema è che io ho un'idea della politica completamente diversa da questa, quindi non posso nemmeno giudicare questa logica alleanzista, che a mio avviso è sempre perdente. Lo è perché separa la politica da quel 50% del popolo che ormai non vota più e che è totalmente disinteressato a queste dinamiche. Io, invece, sono molto interessato a quella parte di popolazione delusa. E per nulla a queste manovre di palazzo”.

 

  

 

“Perché parliamo ancora di agenda Draghi? Questa per me - sottolinea Bertinotti - è la vera tendenza suicida, mica il dividersi. Almeno per un partito che si dice progressista e non conservatore, ma in Italia ormai siamo costretti a scegliere tra conservatori e reazionari. La sinistra politica in Italia non esiste più, ma ci sono tutte le condizioni perché rinasca. Per farlo, deve tirarsi fuori da questo gioco, non deve 'partecipare al bando'”.