inchiodati

Legge elettorale proporzionale, c'è solo una certezza: la sentenza Ghisleri sul centrodestra

Daniele Di Mario

Il confronto sulla riforma della legge elettorale e sul ritorno al proporzionale parte in salita. Perché nonostante le aperture del Pd verso il centrodestra di governo, in particolare la Lega, il dibattito non decolla e anche il confronto tra il Dem Parrini e il leghista Calderoli non sta producendo sinora frutti.

Il segretario del Partito democratico Enrico Letta, però, non si scoraggia e ribadisce: «Noi siamo determinati a cambiare la legge elettorale. E per cambiarla siamo disposti a parlare con tutti - spiega a Il Foglio - Quella che abbiamo è la peggiore legge che vi possa essere e bisogna lavorare tutti insieme per non avere più un Parlamento così instabile come quello che abbiamo oggi - aggiunge - Siamo aperti a tutte le soluzioni, non vogliamo fare blitz, sappiamo che una legge elettorale nuova deve essere fatta senza forzature con il consenso possibilmente di tutti i partiti e il mese di luglio sarà decisivo per capire cosa riusciremo a fare». Una tesi ribadita dal responsabile Enti Locali del Nazareno, Francesco Boccia, il quale però conferma che sinora il dibattito è fermo per l’indisponibilità del Carroccio a cambiare il Rosatellum.

  

«Siamo stati molto chiari, i confronti si fanno in Parlamento e non sui giornali - spiega il deputato Dem - Che il Rosatellum non piace a nessuno è noto, noi lo abbiamo detto, lo ha ribadito il M5S, lo hanno ribadito tutti i partiti della precedente coalizione di governo. Lo ha detto soprattutto la Lega e la stessa Meloni che ora ha cambiato idea perché non le conviene più cambiarla. Tutti dicono che non va bene. Noi abbiamo detto, premesso che serve un’ampia convergenza, che siamo disponibili ma mi pare che è la Lega che dice di no. Quindi - conclude Boccia - finisce lì, non faremo forzature. Andremo in Parlamento e ci dovranno dire lì, e non sui giornali, che si vogliono tenere questa pessima legge elettorale. Prendiamo atto che con loro non si può cambiare questa pessima legge elettorale».

Boccia rimanda così la palla nel campo leghista, ma da via Bellerio arriva l’ennesima chiusura. La legge elettorale «non è la priorità» dice Massimiliano Fedriga, che invita l’«eterogenea» maggioranza a «trovare obiettivi strategici condivisi» come «crisi energetica, approvvigionamento di materie prime e componentistica, politica industriale. Il governo deve lavorare su questi temi fondamentali per il Paese».
Secondo gli attuali sondaggi, con qualsiasi legge elettorale vincerebbe il centrodestra. Di più, secondo Euromedia Research di Alessandra Ghisleri, FdI alla Camera potrebbe ottenere tra 101 e 108 deputati, la Lega tra 67 e 70, FI tra 38 e 40: insieme i tre principali partiti del centrodestra supererebbero il 50% dei seggi del nuovo Parlamento che con la riforma sarà costituito da 400 deputati e 200 senatori.

Guido Crosetto ribadisce la linea di Fratelli d’Italia: no al ritorno al proporzionale, perché «stante il panorama politico odierno e il suo livello di trasformismo, condannerebbe l’Italia a un inciucio istituzionale permanente e a uno scenario nel quale la volontà degli elettori sarebbe mortificata. Dare ai partiti la possibilità di accordarsi il giorno dopo le elezioni, anche se in campagna elettorale hanno sostenuto idee e programmi opposti, non ridurrebbe certamente la frattura tra elettorato e classe politica. Chiarezza e onestà: questo è quello che chiedono gli italiani alla politica ed è quello su cui dovremmo lavorare tutti. Se si vuole veramente dare forza e credibilità al governo più che di proporzionale, si parli di presidenzialismo».