scontro totale

Ius scholae, Enrico Letta avverte Salvini: "Non arretriamo". È guerra tra Pd e Lega

Christian Campigli

Immigrazione uber alles. Passano gli anni, cambiano i governi, ma per il Partito democratico l'allargamento dei diritti agli italiani di seconda e terza generazione resta un punto fermo della propria mission politica. L'ennesima testimonianza di questa radicale tendenza dei progressisti giunge oggi dal segretario dem Enrico Letta. “Rimango senza parole se si pensa di fare cadere un governo se non si vogliono dare diritti. Sullo ius scholae non arretriamo di un millimetro. Il metodo della Lega e di Salvini è incomprensibile: è un tema parlamentare non di governo. Cosa avremmo dovuto fare noi quando cadde il ddl Zan?”.

Un discorso al veleno, quello pronunciato dal pisano durante il suo intervento alla Direzione Nazionale del partito. “Non subiremo ricatti sulla testa di queste famiglie, di questi ragazzi”. Il leader del Carroccio, solo ieri, aveva avvertito il Pd e i Cinque Stelle. “È incredibile, vergognoso e irrispettoso per gli Italiani. In un momento di crisi drammatica come questo, la sinistra mette in difficoltà maggioranza e governo insistendo su cittadinanza agli immigrati e cannabis anziché occuparsi di lavoro, tasse e stipendi. Si tratta di una volgare provocazione che mette a rischio la maggioranza e il governo”.

  

Al di là delle accuse reciproche, la sensazione è che la campagna elettorale sia già entrata nel vivo. I progressisti sanno benissimo che, salvo miracoli, né la liberalizzazione delle droghe leggere né, tantomeno, lo ius scholae diventeranno legge dello Stato. Quantomeno, non in questa legislatura. Non in un governo di coalizione. In una maggioranza così variegata. Ma vogliono provarci, per marcare il territorio, per poter rivendicare agli elettori la propria vocazione. E chiedere loro il voto in cabina elettorale. Sulla falsariga di ciò che è accaduto otto mesi or sono con il famigerato ddl Zan.

Dall'altro lato di un muro pressoché insormontabile, il centrodestra vuol, al tempo stesso, tornare a cavalcare i suoi temi classici: quelli contro la droga tout court e contro la cittadinanza “data con troppa facilità anche ai minorenni, spesso a capo di gang pericolose”. Tra mille perplessità, un'unica certezza: la campagna elettorale è già ampiamente iniziata.